In Campania la filiera del tabacco contribuisce alla creazione di 8.000 posti di lavoro e ha un valore annuale stimabile intorno ai 47 milioni di euro.
Nonostante il settore negli ultimi venti anni sia stato soggetto a trasformazioni rilevanti a causa dei cambiamenti politici e legislativi riguardanti tutta la filiera dei nuovi trend di consumo della popolazione, la Campania ha comunque mantenuto un ruolo di primo piano nel settore, confermando un valore della produzione superiore ad altre realtà.
Tra le aree regionali interessate dall’attività tabacchicola, la Campania rappresenta infatti il 32,5% della produzione nazionale di tabacco greggio, collocandosi al primo posto di una virtuale classifica con oltre 17 mila tonnellate prodotte.
Questi i principali dati pubblicati nello studio “La filiera tabacchicola campana e l’industria del tabacco in Italia” realizzato dal think-tank Competere.eu, con il patrocinio della Regione Campania, che si è posto l’obiettivo analizzare il mercato e la filiera tabacchicola con un particolare focus sulla Campania.
Lo studio è stato illustrato a San Marco Evangelista (Caserta) in occasione dell’assemblea dei soci di Italtab, una delle principali organizzazioni di produttori di tabacco in Italia, a cui hanno preso parte l’Assessore all’agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, il Presidente di Confagricoltura Campania Fabrizio Marzano e il Presidente di Competere.eu Pietro Paganini.
“La tabacchicoltura rappresenta un vero fiore all’occhiello dell’agricoltura campana, una realtà della tradizione e del patrimonio agricolo di cui siamo orgogliosi. Un pezzo di economia importante per il territorio, che garantisce occupazione e reddito a migliaia di famiglie. Ma anche un vero e proprio punto di riferimento assoluto, in termini di qualità della materia prima e di competitività per l’intera filiera agricola italiana – ha dichiarato Nicola Caputo, Assessore all’agricoltura della Regione Campania.
Un patrimonio straordinario, che le Istituzioni Nazionali e Territoriali sentono la necessità di difendere preservandolo dal rischio quanto mai reale di un lento ma progressivo declino.
La politica e le Istituzioni devono agire in una logica integrata, valorizzando il prezioso contributo che tutti gli attori della filiera sono in grado di offrire.
Per garantire la sostenibilità della coltivazione, con programmi pluriennali di acquisto che impegnino in modo trasversale le principali manifatture multinazionali operanti in Italia, appare anche necessario superare l’attuale squilibrio fiscale esistente in Italia tra i vari prodotti del tabacco, al fine di favorire un confronto inter-istituzionale con la filiera sulle prospettive future di sostenibilità del settore”.
La coltivazione del tabacco in Campania vede la presenza di un totale di 1.182 aziende attive, di cui 1.016 sono concentrate nelle province di Benevento e Caserta, 97 nella provincia di Avellino, 48 a Napoli e 21 a Salerno.
Per quanto riguarda le superfici coltivate e i volumi di produzione, nel 2020 in Campania sono 3.204 gli ettari coltivati e 17.185 le tonnellate prodotte.
La provincia di Caserta si conferma in assoluto il principale polo tabacchicolo della regione con quasi 1.760 ettari impiegati e una produzione che raggiunge circa 10.800 tonnellate. La seconda area più interessata da questa attività economica è Benevento con poco più di mille ettari a coltura che generano poco meno di 4.500 tonnellate.
Il punto di forza della Campania risulta però essere la resa per ettaro, un dato che mostra come la filiera regionale sia riuscita a mantenere negli anni una produttività eccellente, di gran lunga superiore alla media nazionale e superiore a quella di tutte le altre regioni italiane. In particolare, la resa è aumentata dalle 4,9 tonnellate per ettaro del 2018 alle 5,3 del 2020. Dati incoraggianti che osserviamo in tutte le zone tabacchicole della Campania, dove le provincie di Caserta, Benevento e Napoli hanno incrementato la resa per ettaro confermando come la produttività rimanga il punto forte della filiera del tabacco regionale.
Sul piano socio-economico, il valore generato dalla coltivazione del tabacco è stimabile intorno ai 47 milioni di euro nell’anno 2019, in leggera flessione rispetto al biennio precedente. Nel 2017 e nel 2018, le stime basate sui dati del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) mostrano infatti cifre leggermente superiori, rispettivamente 53,2 e 48,4 milioni di euro, in virtù anche di volumi di produzione più ingenti.
Per quanto riguarda l’impatto sull’occupazione, il numero degli addetti nell’anno 2019 ha raggiunto le 6.500 unità. L’intero settore tabacchicolo, includendo anche la prima trasformazione, coinvolge 8.000 lavoratori con un indotto che è stimabile in un numero compreso tra i 14.000 e i 15.000 addetti. Questo dato, se comparato con quello delle altre regioni, fa emergere una filiera ad alta intensità di manodopera. Rispetto ad altre realtà nazionali, il settore del tabacco ha infatti garantito negli anni il mantenimento di un elevato numero di posti di lavoro nei sistemi locali di produzione, soprattutto dove esistono limitate opportunità di impiego alternative. È possibile stimare che il totale dei salari generati nella regione Campania per l’anno 2019 relativi all’attività di coltivazione e di prima trasformazione ammonti a 70,4 milioni di euro.
La Regione Campania si caratterizza quindi per gli elevati livelli di produttività e occu- pazionali se comparata con le altre regioni dove la tabacchicoltura è sviluppata in modo analogo. Il calo di produzione non ha comunque impedito alla filiera di occupare un posto rilevante nel settore agricolo campano con ricadute positive sul lato dei posti di lavoro generati e benefici distribuiti su tutto il territorio interessato.
Per affrontare le sfide del futuro sono però auspicabili alcune azioni da parte del de- cisore pubblico che garantiscano la sostenibilità della filiera anche nei prossimi anni.
In particolare, secondo lo studio di Competere.eu, la creazione di un tavolo tecnico ad hoc presso il Mipaaf potrebbe favorire una più ampia e approfondita collaborazione tra i diversi attori del settore del tabacco.
Sarebbe inoltre fondamentale ridurre la frammentazione del regime fiscale applicato ai prodotti del tabacco, riducendo o eliminando le differenze di accisa tra prodotti tradizionali e a tabacco riscaldato.
Infine, lo studio evidenzia come sia utile considerare l’istituzione di incentivi per la riconversione delle aree tabacchicole in difficoltà, per offrire un supporto concreto alle attività e consentire di rimanere competitive anche in futuro.
In merito alla sostenibilità e alle previsioni future del settore del tabacco il Presidente di Italtab Vincenzo Argo ha sottolineato: “Italtab rappresenta una filiera agricola che conta solo in Campania 250 imprese e 6000 famiglie produttrici di tabacco.
Da oltre un anno chiediamo alla politica di evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro nella tabacchicoltura campana, intervenendo sull’iniquità fiscale tra prodotti tradizionali del tabacco e prodotti a tabacco riscaldato.
Nonostante le opportunità offerte dai diversi provvedimenti emanati dal Governo nel corso dell’anno, il problema persiste e potrebbe diventare realtà a breve. La legge di bilancio potrebbe essere l’ultima occasione per intervenire.
Ringraziamo l’Assessore all’agricoltura Caputo per questo incontro e per la vicinanza dimostrata. A lui, così come al Governo nazionale, chiediamo un’azione immediata in grado non solo di scongiurare l’implosione di un intero comparto, ma anche di condurre alla sottoscrizione di accordi pluriennali di acquisto del tabacco tra MIPAAF e manifatture nazionali”.