Ci sono spettacoli che, ancor prima di andare in scena, assolvono alla loro funzione di stimolare curiosità e generare riflessioni. E’ quello che accade per “Camille”, l’evento di teatro-danza, ispirato dall’omonimo testo di Dacia Maraini, che va in scena il 7 ottobre alle ore 21 al Bellini nell’ambito della seconda sessione del Napoli Teatro Festival Italia 2020. La storia della grande artista francese Camille Claudel, sorella del poeta Paul e allieva prediletta del famoso scultore Auguste Rodin, non dà vita solo a una performance capace di coniugare teatro, musica, danza e arte multimediale, ma, attraverso l’adattamento, i testi e la coreografia di Francesca Gammella, diventa materia da plasmare, argilla, narrazione di forte impatto emotivo, dove il passato si fa presente e induce a meditare sul genio femminile e sulle difficoltà che ogni donna incontra ancora oggi per affermare il suo talento, la sua indipendenza, il suo bisogno selvaggio e ostinato di libertà. “Nessuno, dico nessuno, può raccontare meglio di me la storia di Camille Claudel”. Queste parole di Rodin, dove il legame di un amore malato è prima intuito, poi svelato, sono l’incipit di un’azione che si svolge in un tempo sospeso, non definito, nel quale la figura dell’artista, appesantito dalla vecchiaia e macerato dal rimorso, si antepone a quella di una Camille rassegnata, stanca, sofferente, internata dalla sua stessa famiglia in manicomio. Un viaggio introspettivo, nel quale la danza e i suoi interpreti disegnano i movimenti e le forme di un’anima, le sue espressioni, il carattere e le emozioni di una vita segnata dall’intuito creativo e dal dolore.