BPER Banca aderisce alla Carta “Donne in banca: valorizzare la diversità di genere”, uno strumento promosso e messo a disposizione delle aziende dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) per sostenere il loro impegno per le pari opportunità. L’Istituto conferma così il proprio interesse nell’attivazione e nello sviluppo di processi di riconoscimento e di valorizzazione della presenza femminile nel Gruppo, al fine di creare condizioni di gestione efficiente dei talenti.
Il ruolo delle donne nel mondo bancario, dove rappresentano ormai quasi la metà dei dipendenti del settore (45,9%), è in costante sviluppo.
L’Istituto vuole proseguire nella promozione della parità di genere, sia al suo interno, attraverso un ambiente di lavoro inclusivo e aperto ai valori della diversità, anche di genere, sia al di fuori della banca, a beneficio delle comunità di riferimento.
Giuseppe Corni, Responsabile della Direzione Risorse Umane di BPER Banca, afferma: “Siamo soddisfatti di aver aderito alla Carta sulla parità di genere promossa dall’ABI. Per noi è importante valorizzare la parità di trattamento e di opportunità tra i generi all’interno dell’azienda. Si tratta di una strategia inclusiva che crea valore, garantisce benessere, engagement, creatività, innovazione e porta a risultati migliori”.
L’adesione di BPER Banca alla Carta “Donne in banca” si inserisce in un percorso avviato già da tempo all’interno del Gruppo, che prevede varie iniziative a favore della diversità di genere, raccolte all’interno di un programma specifico chiamato “A PARI MERITO”. “Con questo progetto – sottolinea ancora Corni – ci siamo impegnati sia verso i nostri dipendenti, perché siano appagati e orgogliosi di lavorare in un ambiente che valorizza a pieno i loro talenti, sia verso i clienti, che hanno diritto al migliore servizio e alla migliore relazione possibili. Il nostro impegno perché più donne possano avere la possibilità di accedere alle posizioni più alte è concreto e stiamo lavorando su più fronti attraverso specifici programmi di sviluppo manageriale e di conciliazione vita–lavoro”.