Era il lontano 2008 quando, dopo due mesi di intenso lavoro, Luca Pugliese portava a compimento un maestoso dipinto, notevole anche per dimensioni (150 x 100 cm), raffigurante l’arcangelo Michele. Un’icona che sa di visione onirica, giacché la scena dell’arcangelo che con la lancia trafigge il demonio a suoi piedi è stata sì concepita guardando al simulacro bizantino custodito nella chiesa di San Michele a Sturno (Av), ma ha caratteristiche sue proprie, che la rendono unica nel suo genere. L’atmosfera di sacralità, emanata soprattutto dal celeste intenso del cielo e dal biancore di una luce altra che tutto avvolge, è la stessa delle raffigurazioni religiose classiche, ma è nel fumettismo di inizio Novecento e nel teatro dei pupi siciliani, come ha suggerito il critico Elmar Zorn in un bel saggio pubblicato nel catalogo dell’artista edito da Skira nel 2011, che possiamo scorgere i principali paradigmi formali di riferimento. E infatti, se la figura umana non è certo il soggetto più ricorrente nella pittura “cosmica” di Luca Pugliese, quando entra in scena – a prescindere dalla forma in cui si incarna, sia essa un santo, un eroe del mito o un uomo qualunque – ha sempre, come appunto in questo caso, le sembianze della marionetta. Altro elemento connotante, e che rimarca l’originalità di questa visione, è che l’emblematica vittoria del bene sul male si compie sullo sfondo di quel tipico paesaggio montano che nella pittura di Luca Pugliese identifica in senso cosmico la terra irpina, la sua terra. Nel realizzare questo suo “miracolo visivo”, che molto deve a un forte legame devozionale con la figura dell’arcangelo, Pugliese aveva in mente di farne un giorno dono a un luogo di culto dedicato a san Michele, visto peraltro che il luogo a lui più caro, sia spiritualmente che artisticamente, è proprio un sito che deve il suo nome all’arcangelo: il rudere di Sant’Angelo al Pesco in quel di Frigento (Av), maestoso esempio di architettura longobarda, già tema della sua tesi di laurea in architettura, dove nel 2001 l’artista irpino ha dato vita alla rassegna artistica Terra Arte, «dove la terra è una grande tela e le arti sono i colori per dipingerla» (L. Pugliese). Oggi, a più di dieci anni dalla sua creazione e a quattro dalla prima e unica esposizione al pubblico, avvenuta in occasione della personale Cosmo mistico, allestita presso l’abbazia del Goleto (Av) e inaugurata da Vittorio Sgarbi, L’arcangelo Michele trova stabile dimora: non una dimora qualsiasi, ma il più importante luogo di culto micaelico d’Occidente, il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (Fg), meta di pellegrini di tutto il mondo fin dall’antichità, nonché, dal 2011, patrimonio Unesco. La cerimonia ufficiale della donazione si terrà presso l’Auditorium del Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo venerdì 26 Luglio, nell’ambito della XV edizione di FestambienteSud, il festival nazionale di Legambiente per il Sud Italia, dove la tela farà da quinta scenografica al concerto di Enrico Rava, trombettista jazz di fama mondiale, che si esibirà nell’ambito della programmazione del festival. In tale occasione Luca Pugliese farà ufficialmente dono della sua opera ai frati micaeliti, che la accoglieranno poi stabilmente tra le mura del santuario.