“Chiudete le frontiere, non le strade“. E’ la scritta provocatoria di CasaPound realizzata sulle barriere antiterrorismo installate agli ingressi di Corso Vittorio Emanuele, per impedire l’accesso ai veicoli nell’area pedonale trasformata in mercatino di Natale.
“Il primo elemento da combattere per debellare il fenomeno del terrorismo – dichiara Antonio Genzale, responsabile cittadino di CPI – è l’immigrazione incontrollata, in quanto è proprio grazie a questa e alle folli politiche dell’accoglienza che ogni giorno nel nostro Paese accedono decine e decine di immigrati; chi specula per fini economici su questo fenomeno attraverso la macchina perversa immigrazionista, per poi affidare la gestione dei centri di accoglienza a cooperative ed Onlus, dovrebbe sentirsi il principale colpevole in caso di atti terroristici”.
“Mentre il nostro popolo muore di fame – prosegue Genzale – e sono sempre più gli italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, ogni giorno arrivano sulle nostre coste migliaia di disperati, ai quali viene garantito vitto e alloggio, ed è magari tra questi che si nasconde qualcuno che domani potrebbe risultare un terrorista; quella che portiamo avanti da anni ormai contro l’immigrazione, è una battaglia per difendere la nostra identità nazionale e pensare al nostro popolo, cose che nulla hanno a che vedere con islamofobia o razzismo”.
“Deturpare la città con inutili quanto orribili barriere , piloni metallici o colorate fioriere di cemento che siano – conclude Antonio Genzale – non servirà certo a garantire la sicurezza dei visitatori del capoluogo irpino, obiettivo certamente sensibile, ma che non merita questo trattamento; crediamo fermamente che l’unico giusto provvedimento che possa contrastare il terrorismo sia quello di chiudere le frontiere; blindare Avellino non serve a nulla, e non saranno certo dei semplici blocchi o barriere di cemento a scoraggiare chi è in odore di attentati: bisogna difendere la nostra cultura e pensare al nostro popolo ed il primo passo da compiere è fermare l’immigrazione selvaggia”.