Il Comune di Cava de’ Tirreni autorizza un’esposizione di animali acquatici e terrestri e si scatena la protesta degli attivisti. La mostra itinerante, che prevede alligatori, pitoni, boa, ragni velenosi, scorpioni, “cuccioli di squalo pinna bianca” fino ai pipistrelli, la cui cattura e detenzione per la quasi totalità delle specie è sanzionata penalmente, risulta essere in stridente contrasto con una sensibilità crescente e con il regolamento per la tutela ed il benessere degli animali, approvato dall’amministrazione comunale il 24 gennaio 2013.
Quello a cui si assisterà in una piazza della cittadina metelliana, nei prossimi giorni, sarà lo “spettacolo” di una natura calpestata, offesa e privata della sua dignità. Nonostante la strenua difesa di organizzatori ed appassionati del settore, chi contesta queste manifestazioni le paragona ad un mercato di schiavi presentato invece come evento per famiglie, legittimando, soprattutto alle giovani generazioni, reclusione e sfruttamento dei soggetti più indifesi della società.
Uno sguardo che vada oltre quello del semplice curioso vedrà animali privati per sempre della libertà, trasportati in scatolette poco più grandi di loro, detenuti in vasche e teche minuscole, trasformati in merce da esibire. Iniziative che imprigionano gli animali per il nostro divertimento portano i bambini ad essere sempre meno empatici, quando andrebbe spiegato loro che, reclusi a vita, impazziscono per la monotonia e la disperazione.
Il regolamento, pur non vietando l’esposizione dei rettili, all’articolo 41 prevede dei requisiti minimi, ovvero che debbano essere detenuti in maniera adeguata alla specie, che siano previste zone in cui si possano nascondere alla vista del pubblico, che l’attrezzatura sia conforme alle abitudini di vita degli animali presenti e che sia previsto un arricchimento ambientale “al fine di ridurre o minimizzare gli effetti della noia e la comparsa di comportamenti stereotipati”. Inoltre, l’articolo 46 stabilisce misure precise, ovvero che gli acquari, i terracquari e le teche devono consentire, in ogni direzione, movimenti agevoli e che la lunghezza dei contenitori, per gli anfibi, deve essere minimo il 300% della lunghezza massima del corpo dell’esemplare più lungo in esso detenuto (con un incremento del 30% della superficie per ogni altro esemplare presente nel contenitore) mentre, per i serpenti, almeno il 70% della lunghezza dell’esemplare più lungo in esso detenuto (con un incremento del 20% della superficie per ogni altro esemplare presente nel contenitore). La larghezza dei contenitori, infine, “dev’essere almeno la metà delle misure sopra elencate”.
Parametri che puntualmente, in queste fiere, non vengono mai rispettati. L’appello al sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, dunque, è di effettuare rigidi controlli, ma soprattutto di seguire l’unica direzione in sintonia con una società che si autodefinisce civile, ovvero di non concedere più l’autorizzazione a questo genere di eventi, che nulla hanno di culturale e sono invece manifestazione di sopraffazione dell’uomo sulle altre specie. Si invitano altresì i cittadini cavesi a voler imparare a conoscere il mondo di questi splendidi animali in modi che non implichino, come questa mostra, la loro detenzione in cattività.