“Una decisione che non rende giustizia al percorso di agricoltura sostenibile che l’Europa sta portando avanti da anni e con miliardi di investimenti nei piani di politica agricola comune e nei programmi di sviluppo rurale. Hanno prevalso le logiche produttiviste a discapito della biodiversità e della qualità”. È duro il commento di Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente della federazione Campania, sulla decisione dell’Unione Europea di rinnovare per 5 anni la licenza d’uso del glifosato, il noto erbicida usato in agricoltura e vietato in Italia. Il voto sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato è avvenuto nel cosiddetto comitato d’appello, che riunisce i rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale. Oltre all’Italia, hanno votato contro Belgio, Grecia, Francia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia, mentre il Portogallo si è astenuto. Decisivo il voto positivo della Germania.
“Ora ancor di più occorre spingere sulla trasparenza in etichetta – sottolinea il presidente Masiello – consentendo al consumatore una scelta consapevole. L’Italia va avanti sulla strada della tracciabilità: da febbraio 2018 sarà introdotto l’obbligo di indicazione dell’origine del grano sulla pasta. Una scelta di politica agricola confermata anche dalla sentenza del TAR del Lazio, che ha bocciato il ricorso di una parte dell’industria pastaia. Coldiretti continua nella battaglia per un’agricoltura di qualità, a favore della salute del consumatore e del giusto prezzo per gli agricoltori”.
In Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 – precisa Coldiretti – non vengono modificati dalla decisione dell’Unione Europea di rinnovare la licenza di utilizzo dell’erbicida. L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. Un principio che – continua la Coldiretti – deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa un miliardo di chili di grano – conclude la Coldiretti – sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.