Un nuovo interessante studio condotto dai ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli sulle diatomee, alghe unicellulari che popolano i nostri mari, è stato pubblicato sull’illustre rivista scientifica “The ISME Journal” del gruppo Nature. Lo studio rappresenta, finora, l’analisi maggiormente completa e approfondita sulla struttura genetica di questo affascinante micro-organismo molto importante per la scienza, in quanto produce la neurotossina acido domoico, ed è utilizzato come ‘modello’ per molte ricerche. Nell’ambito del progetto bandiera RITMARE un gruppo di ricercatori della SZN ha caratterizzato geneticamente la popolazione della diatomea Pseudo-nitzschia multistriata presente nel Golfo di Napoli. <<La mappatura genetica della popolazione del Golfo è stata condotta in maniera intensiva per gli anni 2013 e 2014 e ha coinvolto oltre 500 ceppi, isolati dal mare e analizzati con 22 marcatori molecolari disposti lungo l’intero genoma della specie. Ciò ha permesso di rilevare, a cavallo del periodo estivo-autunnale del 2013, una fioritura composta da cellule molto simili fra loro, una sorta di ‘mono-coltura’, un ‘super-clone’, tecnicamente definita ‘espansione clonale’>>, ha affermato Maria Valeria Ruggiero, post-doc del progetto RITMARE. Ciò significa che, in un dato periodo di tempo, la popolazione di di questa diatomea si è moltiplicata a dismisura e che tutti i nuovi individui presentavano un corredo genetico uguale tra loro. In pratica è come se la diatomea Pseudo-nitzschia multistriata si fosse clonata innumerevoli volte conservando sempre gli stessi geni: una sorta di Superclone che vive nei nostri mari, insomma. Il fenomeno viene così spiegato da Marina Montresor ricercatrice SZN, coordinatrice dello studio <<Prima e dopo questo evento particolare e nell’anno successivo, la popolazione aveva un’elevata diversità genetica dovuta al verificarsi di riproduzione sessuata con conseguente ricombinazione genica. Si, proprio come avviene nelle piante e negli animali, anche queste microalghe hanno una fase sessuata. Ma nell’autunno del 2013, un “super-clone” ha preso il sopravvento. Ulteriori indagini di genomica funzionale sono programma per comprendere i fattori che hanno favorito questa dinamica>>. <<Il succedersi di intense, per quanto rare, ‘espansioni clonali’ sembra essere una modalità di evoluzione comune a tutti gli organismi unicellulari, come ad esempio i batteri patogeni (ma anche i virus e i protozoi associati ad alcune malattie); questi trascorrono lunghi periodi in cui sono rari nell’ambiente, fino a quando poche varietà genetiche non esplodono demograficamente in un ambiente particolarmente favorevole, come un ospite da infettare.>> aggiunge Domenico D’Alelio, post-doc del progetto RITMARE. Un comportamento nuovo e insolito, dunque, che ha una grande rilevanza per la comprensione della dinamica delle popolazioni di queste microalghe.