La situazione sull’erogazione dell’acqua in Irpinia non smette di essere grave. La pessima legge 15 del 2015 sul riordino degli Ato non ha funzionato. Vige il caos.
Il 65% dell’acqua erogata, si disperde nelle reti che sono fatiscenti e bisognose di manutenzione. A causa della dispersione, l’acqua non è sufficiente e quindi il servizio in alcune località viene interrotto. Quando si interrompe il flusso, la prima acqua che fuoriesce dai rubinetti dopo il ripristino del flusso, risulta di colore marrone.
Le tariffe, così come modificate a decorrere dal giugno 2013, non sono più sostenibili in quanto gli utenti sono quasi sempre costretti ad esuberi pagando parte dell’acqua consumata anche al costo di 5.00 euro al mc. Non sono previste agevolazioni per le fasce deboli e per questo tanti non riescono nemmeno più a pagare la bolletta con la conseguenza della crescita esponenziale della morosità . L’unica cosa invece su cui sono concentrate le autorità competenti è come fare per privatizzare la gestione dell’acqua. Non si fa altro che parlare di accorpamenti di ACS con Gesesa il gestore privato di Benevento che contiene Acea che contiene Suez, la multinazionale francese e AQP per creare una grande multiutility per tutto il centro sud. Una gestione privata, molto redditizia per il gestore e molto costosa per i cittadini.
Il Comitato Acqua bene Comune congiuntamente all’Associazione Cittadinanza Attiva di cui è presidente la Dottoressa Angela Marcarelli, chiede alle autorità preposte un intervento urgente per la sostituzione delle reti più fatiscenti dei comuni del territorio provinciale al fine di scongiurare infiltrazioni nella rete di elementi estranei all’acqua e di recuperare quel 65% della risorsa idrica perduta, che eliminerebbe anche le criticità dovute all’abbassamento del livello delle falde acquifere nel periodo di massima siccità. Questa operazione è ormai inderogabile. Tale intervento col recupero delle perdite, ridurrebbe immediatamente di oltre la metà la notevole spesa di energia elettrica dovuta al pompaggio.
Chiediamo inoltre di rivedere il sistema tariffario alzando almeno la fascia agevolata dagli attuali 40 a 60 mc annui, e prevedendo agevolazioni per le fasce deboli anche attraverso la promozione di una richiesta di ristoro tenuto conto degli elevati costi dell’energia elettrica per il pompaggio dell’acqua per garantire il servizio idrico in tutto il territorio della nostra provincia. Ai Comuni soci di ACS chiediamo di effettuare la manutenzione delle reti avvalendosi degli aiuti europei.
Stiamo raccogliendo le firme per chiedere ai Prefetti di Avellino e Benevento di coordinare ogni attività dei soggetti istituzionali competenti a risolvere la seria criticità del servizio idrico. Alla VIII Commissione Parlamentare Ambiente e Territorio e Lavori pubblici, chiediamo ogni possibile attività di sua competenza per concorrere alla risoluzione delle criticità segnalate. Chiediamo alla Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente, un suo intervento rispetto al Piano di risorse idriche europee.
Chi vuole firmare per chiedere quindi la sostituzione delle fatiscenti reti idriche dell’Alto Calore Servizi al fine di evitare il continuo spreco d’acqua e ridurre i disagi al cittadino conseguenti alle ricorrenti interruzioni del servizio idrico, deve rivolgersi alla dott. Angela Marcarelli, montefalcioneb@cittadinanzattiva.it oppure alla dott. Giuseppina Buscaino, giuseppina.buscaino@gmail.com.
Giuseppina Buscaino ( referente provinciale Comitato Acqua Bene Comune)