Martedì 13 giugno, presso il Circolo del nuoto di Avellino, si terrà la presentazione del libro “Design vs Economia”, scritto da Paolo Ricci e Francesco Trabucco ed edito da Franco Angeli. Il testo raccoglie tre dialoghi tra due profili accademici solo apparentemente molto diversi: Paolo Ricci è professore ordinario di Economia aziendale alla Università del Sannio, ed insegna alla Università degli Studi di Napoli Federico II; Francesco Trabucco è professore emerito di Disegno industriale al Politecnico di Milano, presso cui ha diretto i master Design Engineering and Innovation e Design for Architecture. La presentazione prevede in apertura i saluti istituzionali di Anna Maria Pascale, Ph.D. all’Università del Sannio e Annamaria Pellecchia, delegata alla cultura del Circolo del Nuoto; a seguire, gli interventi di Olga Scotto di Vettimo, Docente dell’accademia Belle Arti di Napoli, Leonardo Festa, docente Liceo Fermi Vallata, e Alberto de Matteis, Vice Presidente di Confindustria Avellino; a conclusione, l’intervento degli autori. Ci spiega Paolo Ricci: «esiste un comune denominatore tra design ed economia? Due campi di ricerca apparentemente così differenti da sembrare appartenere a mondi quasi diametralmente opposti. Eppure, a ben vedere, vi sono diversi punti di contatto tra questi due luoghi, teorici ed esperienziali, della vita umana. I dialoghi costituiscono una possibile forma di rappresentazione di questo particolare intreccio concettuale, in cui i due autori cercano di mettere a confronto le proprie conoscenze dell’economia, da un lato, e del design, dall’altro. Il design è forse il vero unico punto di contatto tra l’impresa e suoi stakeholder, come il corpo tra soggetto ed oggetto. Strumento di riflessione e di creazione, in termini di innovazione e di progresso, il design vive nell’economia, con le sue regole e con i comportamenti che essa induce, costituendo però uno spazio del tutto originale che mette in relazione cose e persone. Il design è oggi molto più di una funzione aziendale: la sua evoluzione ha prodotto e continua a produrre un reale mutamento dei paradigmi imprenditoriali, tanto da poter assurgere a vero statuto d’azienda. In questa direzione le strategie e le politiche pubbliche per il design, nella formazione e nella promozione del thought in Italy, assumono un ruolo sempre più importante».