L’intero movimento pugilistico campano si è riunito a Pompei, in occasione della consegna delle cinture di benemerenza, ai pugili che anno ottenuto i titoli italiano, europeo e mondiale, a coloro che hanno ottenuto una medaglia olimpica ed ai maestri che hanno fatto grande la boxe campana. Tra questi non potevano mancare Agostino Cardamone e Carmine Tommasone, passato e presente del pugilato irpino. Cardamone è stato premiato per il titolo mondiale vinto contro Silvio Branco, mentre Tommasone per il titolo italiano conquistato nel 2014 contro Mario Pisanti. Nella loro carriera però, quelli per cui sono stati premiati, non sono gli unici successi ottenuti. Il martello di Montoro, prima di salire sul tetto del mondo, aveva conquistato il titolo italiano, sempre contro Silvio Branco, ed il titolo europeo conquistato contro Dell’Acquila. Inoltre, ad ottobre scorso, in occasione della cerimonia per il centenario della Federazione Pugilistica Italiana, gli è stato consegnato anche un premio fair play “campione di cuore”, poiché in occasione della vittoria del titolo mondiale, a Brindisi, contro Silvio Branco, quando vide il suo avversario privo di sensi al tappeto, rinunciò ad esultare per la vittoria, sincerandosi prima delle condizioni di Branco, festeggiamenti ripresi solo al rialzarsi del pugile laziale. “Per anni siamo stati dimenticati e considerati ex – ha dichiarato Cardamone – il nuovo governo federale, invece, sta considerando il pugilato a trecentosessanta gradi. E’ solo di qualche settimana fa la celebrazione dei cinquant’anni dal titolo mondiale di Benvenuti, oggi arriva un riconoscimento che rende onore non solo al sottoscritto ma a tutti i pugili della Campania che hanno dato lustro ed onore alla boxe”. Anche Carmine Tommasone ha avuto un percorso foriero di successi. Da dilettante ha vinto il titolo italiano in ogni categoria, dai cadetti agli assoluti, risultando, nel 2008, il miglior pugile tra tutte le categorie, ed un guanto d’oro. Tra i professionisti, invece, ha conquistato tre titoli, l’italiano, per il quale è stato premiato a Pompei, quello dell’Unione Europea e, per ben due volte, l’intercontinentale. Inoltre è stato il primo pugile italiano a partecipare alle olimpiadi da professionista. “E’ una cintura questa che, sebbene non conquistata sul ring, è una testimonianza di grande considerazione per quello che ho fatto fino ad ora – ha detto il pugile olimpionico – ma per me sarà anche uno sprono per fare meglio in futuro”.