Riceviamo e pubblichiamo: “Siamo un gruppo di giovani di San Mango sul Calore che, con nota del 13/03/2017 inviata al Presidente della Regione Campania, al Prefetto di Avellino e al Presidente della Provincia di Avellino e successivamente pubblicata dagli organi di informazione, denunciava lo stato di abbandono di circa 20.000 persone della provincia di Avellino.
Siamo purtroppo costretti a parlare ancora della chiusura dello svincolo che serve il nostro centro abitato, il nucleo industriale ed il PIP, e i comuni di Paternopoli, Luogosano, Sant’Angelo all’Esca, Gesualdo, Fontanarosa, Mirabella Eclano.
In questa lettera abbiamo scelto di affidarci direttamente agli organi di stampa, che ringraziamo perché già nella prima istanza non erano stati sordi alla nostra denuncia, come purtroppo era successo contattando direttamente le Istituzioni.
Con nostro rammarico, prendiamo atto che il Presidente della Regione Campania e il Prefetto di Avellino, a cui ci eravamo rivolti sperando in un supporto anche solo morale, non hanno preso in considerazione la nostra denuncia di isolamento.
Abbiamo invece riscontrato un interessamento per la nostra causa da parte dell’onorevole Angelo D’Agostino che ci ha pubblicamente appoggiati ed ha annunciato un’interrogazione parlamentare al Ministro Del Rio, della quale però non abbiamo più avuto notizia.
Poco dopo la diffusione a mezzo stampa della nostra lettera, abbiamo saputo della convocazione da parte del Presidente della Provincia di Avellino di un incontro con i sindaci di San Mango e Chiusano, con il dirigente dei Vigili del Fuoco, il presidente del Consorzio ASI Avellino e il Presidente di Confindustria Avellino proprio in merito alla questione di nostro interesse.
A più di un mese dall’incontro in Provincia del 6 aprile 2017, la soluzione temporanea annunciata si è concretizzata con la creazione di una sorta di rotatoria per rendere più agevole, e soprattutto consentita, un’inversione di marcia che a noi sembra comunque azzardata, in quanto si trova su una strada a scorrimento veloce e in prossimità di curve.
E’ una soluzione, questa, che tampona soltanto il problema, ma non lo risolve.
Infatti, ci teniamo a ricordare alle Istituzioni un punto importante che tutti sembrano aver dimenticato: il secondo smottamento, quello del 25/07/2016, ha interessato non solo lo svincolo, ma anche la strada principale.
In quell’occasione, infatti, la fanghiglia e il pietrame hanno completamente invaso la carreggiata, costringendo le autorità a chiudere quel tratto di Ofantina bis e gli utenti ad utilizzare strade secondarie e disagevoli oppure ad allungare il proprio tragitto di parecchi chilometri.
Qualora, malauguratamente, dovesse verificarsi un ulteriore smottamento, è quindi ipotizzabile il ripetersi di una situazione analoga, se non peggiore, con disagi che vanno molto al di là di quelli attuali. La nostra preoccupazione, infatti, non è dover fare un’inversione di marcia, ma ritrovarci costretti a percorrere quotidianamente strade fortemente dissestate, in attesa di una soluzione definitiva che richiederebbe chissà quanto tempo. Inoltre, in una condizione del genere, scongiurabile ma purtroppo plausibile, le aziende che operano nel nostro territorio, tra le quali alcune importanti come la Zuegg, avrebbero la pazienza di aspettare che la situazione torni alla normalità o sposterebbero i propri interessi in territori meglio collegati?
Constatato che il problema non riguarda solo ed esclusivamente lo svincolo e che non si può sperare di risolvere un problema “a monte” tamponandone semplicemente gli effetti, da semplici cittadini ci viene naturale porci altre domande.
- I due smottamenti che si sono succeduti a breve distanza non erano mai avvenuti in passato; è successo qualcosa di “nuovo” in quella parte di montagna che può aver contribuito o causato direttamente gli eventi franosi?
- Le Istituzioni hanno un piano di controllo e monitoraggio del territorio montano?
- Dal giorno del primo smottamento, c’è stato uno studio di fattibilità o un progetto che portasse alla richiesta di fondi per risolvere il problema?
- E soprattutto, a che punto è la “soluzione definitiva”?
Certi che la politica debba essere al servizio del cittadino, aspettiamo fiduciosi risposte concrete e la comunicazione di tempi certi che facciano intravvedere la risoluzione della questione di nostro interesse”.