La storia delle mafie sarà protagonista del quarto appuntamento letterario di Lustri Cultura in Dies 2016-2017, rassegna di teatro, musica, filosofia, epica scienze e, appunto, letteratura, organizzata dal Comune e dall’Accademia Teatro Città di Solofra con Hypokritès Teatro Studio e la direzione artistica di Enzo Marangelo. Mercoledì 18 gennaio, alle ore 20, presso la Sala Archi del Complesso monumentale di Santa Chiara di Solofra, sarà presentato il saggio “Storia dell’Italia mafiosa” del professor Isaia Sales, docente di Storia delle mafie all’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa. Con Sales discuterà del volume, edito da Rubbettino, il responsabile della sezione Letteratura di Lustri Cultura in Dies, Renato Siniscalchi.
Un libro complesso, “Storia dell’Italia mafiosa”. In cui Sales, tra i maggiori analisti italiani della criminalità organizzata, ha riversato quasi tutte le conoscenze e le riflessioni accumulate in decenni di ricerche, approfondimenti, studi. Ne è venuta fuori una narrazione assolutamente non convenzionale, che si discosta nettamente dal sensazionalismo dominante e smonta pazientemente decine di luoghi comuni che sono andati sedimentandosi in ordine alla genesi e allo sviluppo dei fenomeni di criminalità organizzata, concentrati non più e non solo nel Mezzogiorno d’Italia.
“Storia dell’Italia mafiosa” rappresenta, quindi, una importante innovazione nello studio e nell’analisi dei fenomeni mafiosi in Italia. Per la prima volta viene ricostruita in maniera unitaria la storia della mafia, della ‘ndrangheta e della camorra, dalla nascita nel Mezzogiorno borbonico, allo sviluppo nell’Italia post unitaria, al definitivo affermarsi in età repubblicana, fino ai nostri giorni. Un grande affresco storico che individua le ragioni di fondo di un modello criminale il cui successo dura ininterrottamente da 200 anni.
Il volume rappresenta inoltre il contributo più significativo al superamento delle interpretazioni dominanti delle mafie come frutto esclusivo del Mezzogiorno, della sua arretratezza economica e sociale, di una cultura omertosa e complice. Sales dimostra come quel racconto, pressoché immutato da due secoli, continui a costituire un formidabile ostacolo alla comprensione delle mafie e a rappresentare, nella migliore delle ipotesi, un colossale abbaglio.
Sales, infine, cerca di spiegare perché le mafie, nonostante gli auspici di tanti, non siano state sconfitte dalla “modernità”, anzi si sono trovate pienamente a loro agio dentro di essa, senza alcun imbarazzo. E sono ancora qui nell’Italia post moderna di oggi, nel mondo di Google e dell’I pad.