L’utile meraviglia, l’anteprima “saracena” all’IFF 2016

Sarà presentato martedì 28 alle 21.30 il film documentario di Prospero Bentivenga. Il regista vive da anni a Napoli e dopo una lunga parentesi milanese, è tornato a girare nella sua terra d’origine, grazie al progetto del Comune di Tricarico in collaborazione con la Lucana Film Commission. Il racconto, scritto in collaborazione con Carmen Luongo, descrive con le parole della gente del luogo i dorati orti terrazzati nel paese di Tricarico che, come i Sassi di Matera, distanti pochi chilometri, sono monumento della povertà e della cultura contadina. Costruiti in pietra arenaria durante la dominazione saracena intorno all’anno 1000, per secoli hanno sfamato intere famiglie ed ora stanno scomparendo. Alla meraviglia del centro antico, sotto i quartieri dal nome arabo Rabata e Saracena, si aggrappano terrazze che orlano e discendono nel ripido terreno dove ai piedi delle case il Milo, torrente dell’inverno e dell’estate, annacqua gli orti pingui sulle pietre. Non c’è descrizione migliore di questo patrimonio storico, dei versi del suo nobile, nativo, poeta Rocco Scotellaro.
Il film esplora il ricamo della terra che genera visioni da land art. Il viaggio dell’acqua, il percorso del più prezioso bene che l’uomo ha saputo raccogliere, goccia per goccia, ha portato la troupe diretta da Bentivenga nei giardini con frutteti, nelle cisterne, nei canali, per le scalette di pietra antica fino alle miriadi di orticelli, molti ormai abbandonati. E’ il percorso dell’acqua, il filo conduttore di questo film documentario. L’incanalamento delle stesse fa di quest’opera architettonica una sapiente costruzione d’ingegneria idraulica. L’acqua e per meglio dire la sua gestione, è l’arricchimento culturale apportato dalla dominazione araba nel Medio Evo. Gli orti saraceni di Tricarico, così definiti circa trent’anni fa dal prof. Pietro Laureano, ne sono testimonianza concreta, visibili ancora oggi ma, senza un urgente intervento di ripristino e di riutilizzo, possono scomparire del tutto. Sparisce con loro un ecosistema a impatto zero, l’uso collettivo delle acque sorgive e piovane e la sua equa ripartizione. Sparisce un patrimonio storico di memoria, cultura e vita contadina. La stratificazione morfologica di questi luoghi racconta anche la sovrapposizione culturale. Ai saperi millenari dei contadini e dei monaci benedettini si son giunte, di volta in volta, la scienza dei conquistatori bizantini, arabi o normanni e generate ingegnose tecniche agronomiche. La padronanza dell’acqua ha trasformato territori scoscesi altrimenti brulli ed improduttivi in zone di produzione agricola e quindi di sviluppo.
Prodotto da Carmen Luongo e Paolo L. De Cesare per la Profilm in collaborazione con Doc Service Factory, si avvale delle musiche di Antonio Infantino, Felice Del Gaudio, Daniele Di Bonaventura.
 
Curiosa l’assonanza con il tema saraceno del film osservando i lavori iniziali di Prospero Bentivenga. Ha realizzato nel 1990 “L’a’ndenna”, documentario sul rito arboreo di Castelsaraceno, suo paese d’origine. Il film tenne la sua prima proiezione a Parigi, scelto da Jean Rouch per il Bilan du Film Ethnographique, poi in numerose rassegne e trasmesso in Rai. Ricca di mediometraggi e documentari la biofilmografia del regista con presenze e riconoscimenti in numerosi festival del cinema, Venezia, Torino, Roma, Bruxelles, Buenos Aires.