Nel suo ultimo libro Michele Vespasiano ha raccolto una serie di profili biografici di personaggi che, nel secolo scorso, per ragioni assolutamente causali sono nati a Sant’Angelo dei Lombardi o che nel capoluogo altirpino hanno scelto di vivere una stagione della loro vita. Il libro, infatti, si intitola “Nati per caso – Profili di concittadini” (edizioni Natan, Benevento).
Il volume sarà presentato venerdì 27 maggio, alle ore 17:30, nella Sala Multimediale della Curia Diocesana di Sant’Angelo in via Dietro le Mura.
L’iniziativa è patrocinata dalla Pro loco “Alta Irpinia – Sant’Angelo dei Lombardi” e dal Lions Club “Morra De Sanctis – Alta Irpinia”, rappresentati rispettivamente dal presidente Tony Lucido e dalla cerimoniera Floriana Mastandrea. Sul libro interverranno, poi, il saggista Erio Matteo e il prof. Giovanni Brancaccio, ordinario di storia moderna e contemporanea all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Pescara.
Proprio per il ruolo che Sant’Angelo ha esercitato per secoli nel territorio altirpino, la cittadina è stata frequentata da personaggi di primo piano nel panorama nazionale e talvolta internazionale delle arti, delle scienze, delle lettere.
Piuttosto che soffermarsi su personalità sufficientemente conosciute e studiate (Gabriele Berardi, Achille Argentino, Umberto ed Amedeo Nobile, ecc.), nate o vissute a Sant’Angelo, Michele Vespasiano ha scelto di tracciare il profilo di personaggi meno noti ma non per questo poco significativi: dal pittore Luigi Crisconio, che trasferì sulla tela i colori caldi dell’Irpinia, al Principe e parlamentare Michele Sambiase Sanseverino, da Giuseppe Altavilla, controversa figura di gesuita, al pittore verista Oreste Recchione, dallo studioso del diritto Medardo Rotati a Ebe De Paolis, diva della radio degli anni Trenta, dall’Eroe del Timavo Giovanni Randaccio a Luigi Limongelli, giornalista e testimone del Futurismo meridionale, ed infine da Emilio Notte, grande eccentrico della pittura italiana alla medaglia d’oro Federico Gallucci, caduto eroicamente in Africa Orientale.
«Donne con la passione del canto, uomini in divisa e altri con la tonaca, – evidenzia Vespasiano – uomini e donne che quando poi hanno lasciato l’Irpinia si sono portati nel cuore, assieme al volto generoso e affabile dei “compaesani”, i profumi del paese che li aveva accolti, il profilo delle sue montagne e quello dei monumenti di cui è punteggiato».