Mercoledì presentazione al Conservatorio del libro di Gianfranco Vinay e Patrizia Veroli

Mercoledì 20 aprile alle 15,00 il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino presenterà un altro incontro di pregio per il ciclo letterario Parole di Musica: quello con I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay, Roma, Edizioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2013.
La rassegna, organizzata dal Corso accademico di II livello in “Discipline storico critiche e analitiche della musica” e coordinata dal prof. Antonio Caroccia, presenta le novità editoriali nel mondo musicale e musicologico attraverso incontri con gli autori.
Per Gianvincenzo Cresta, docente del Conservatorio che da anni collabora con istituzioni francesi che promuovono le sue composizioni musicali – ultima in ordine di tempo, il 12 febbraio scorso, la trasmissione in diretta da Radio France della prima esecuzione del suo Hinneni, ad opera dell’Orchestra Filarmonica dell’emittente di Stato-  e che colloquierà con i curatori dell’opera, è di fondamentale importanza interfacciarsi con culture e tradizioni musicali diverse dalle nostre per offrire ai nostri allievi un panorama ampio della cultura del nostro tempo. «Il chilometro zero non paga, non serve la filiera corta, non basta utilizzare le nostre risorse interne, per quanto degne di merito – dichiara il M° Cresta -. E l’operazione che il nostro istituto sta facendo, portando qui ad Avellino personaggi del calibro di Gianfranco Vinay, ha una grande importanza per il futuro di chi si affida alla nostra formazione». Vinay è, infatti, uno dei più grandi musicologi italiani, che oggi è un riferimento europeo nel settore, di cui è riconosciuto una delle voci più autorevoli. È italiano ma vive a Parigi dove insegna all’Università. Alla presentazione parteciperà anche la coreografa, studiosa e saggista di danza, Patrizia Veroli che ha collaborato alla stesura del volume.
L’ingresso, come sempre, è libero.
 
Riguardo al volume: una manciata di saisons russes a Parigi, tra il 1909 e il 1929, hanno rappresentato una sorta di big bang delle nuove forme di spettacolo del XX secolo, prendendo le distanze dal teatro simbolista a cui il pubblico era assuefatto. Questo libro è dedicato all’avventura artistica dei Ballets Russes di Serge Diaghilev, pubblicato per celebrare i cent’anni dal debutto del Sacre du printemps, il balletto che più di ogni altro ha segnato la cultura coreografica del Novecento.