La Méditerranéenne, terminata a Bordighera con il successo del portacolori Astana Andriy Grivko, si è rivelata corsa durissima sia per le avverse condizioni climatiche, sia per il circuito molto impegnativo dell’ultima tappa. Non a caso, solo 57 corridori hanno terminato la gara. Un piazzamento nei Top Ten dell’ultima frazione e nei Top 20 della classifica generale è già un buon risultato per un neoprofessionista, ma, nel caso di Egan Bernal, rappresenta davvero qualcosa in più. “E’ come lanciarlo nella ‘fossa dei leoni’ – – avevano detto alla vigilia della corsa francese il Team Manager Gianni Savio e Paolo Alberati, Procuratore del corridore – vediamo come sopravvivrà”. Egan Bernal dalla ‘fossa’ è uscito non solo indenne, ma rafforzato. Il giovanissimo scalatore colombiano – che ha appena compiuto diciannove anni – non aveva mai partecipato a una corsa a tappe su strada, neppure nella categoria Juniores dove aveva solo praticato la Mountain Bike. Gianni Savio, avendo visto in lui un talento naturale, lo ha ingaggiato con un buon contratto per i prossimi quattro anni.