Riceviamo e pubblichiamo – Oggi e domani, a Milano EXPO, si terrà il X° Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume. Al tavolo saranno presentati anche i contratti dei fiumi irpini Ofanto e Sabato. Occasione mancata per quello del Calore, partito con i migliori auspici, e poi arenatosi, oramai, dalla scorsa primavera. Le due giornate milanesi, dovrebbero consentire ai partecipanti di avere una ampia panoramica sulle esperienze in corso e sui risultati raggiunti dai Contratti di Fiume, favorendo lo scambio di idee e testimonianze. Il X Tavolo si concentrerà sulla “Buona governance” quale occasione di miglioramento delle politiche sull’acqua, evidenziando il ruolo chiave delle Regioni e delle comunità locali nel determinare il cambiamento: i Contratti di Fiume sono processi che producono beni pubblici con effetti di governo. Nel contesto nazionale i contratti di fiume, costituiscono una vera innovazione, una rivoluzione pacifica, democratica e dal basso, per reagire al continuo diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà di un territorio reso sempre più drammaticamente vulnerabile dall’eccessiva antropizzazione e dalla carenza di manutenzione e, sopratutto per contribuire a superare la logica dell’emergenza mettendo in campo una politica integrata e pattizia che coinvolga tutti i soggetti interessati, verso una prevenzione attiva ed in grado di produrre indubitabili conseguenze positive anche sul piano economico mettendo insieme partner privati e pubblici per siglare accordi ed impegni per la manutenzione del territorio, implementazione del ruolo ambientale dell’agricoltura (micro laminazione), aree produttive ecologiche, corretto uso del suolo. Purtroppo, la convinzione di recepire tale strumento, non sembra ancora diffusa, tanto a livello di comunità che di politica, se si considera che solo otto Regioni hanno attivato delle assemblee d’avvicinamento all’appuntamento (tra gli assenti anche la Campania) e anche in Irpinia, il processo di coinvolgimento delle comunità nella fase preparatoria dei due contratti presentati, non ha visto la partecipazione e soprattutto la convinzione, che avrebbe meritato l’occasione. Fortunatamente, quella conclusa con l’evento milanese è solo la prima fase, adesso si dovrà passare all’analisi di un vero Piano d’azioni e le comunità, le associazioni, le amministrazioni finora distratte, avranno il tempo di recuperare in partecipazione e proposte di “attenzione ordinaria”. Almeno si spera, soprattutto dopo che l’emergenza di queste ore nel beneventano, ha dimostrato come anche un fiume, il Sabato, da tanti e da tempo, considerato “estinto”, ha saputo contribuire ad una piena che da anni si credeva impossibile.