La storia del romanzo ha inizio dalla scomparsa di una giovane fotografa, Francesca, che esplora con la sua macchina fotografica la città sconvolta dal sisma dell’80, e termina con la drammatica uccisione di un onorevole. Lungo il percorso che porta alla sconvolgente conclusione, si snodano il sospetto suicidio del portaborse dell’onorevole, la scoperta di un sistema di tangenti sul terremoto, l’ assassinio di una giovane creatura, Rita, sottoposta a violenza fin da piccola, e infinite altre miserie. Siamo nel 1985,nel pieno del dopoterremoto. Il nostro caro commissario, Mario Melillo, è stanco, solo, emarginato, a pochi mesi dalla pensione. Sono le due persone che gli vogliono più bene a spingerlo a darsi da fare: Lucia, legata a lui da un sentimento che oscilla tra l’amicizia e l’amore, e Gaetano, un giovane ex poliziotto che ha abbandonato la divisa per rabbia. Così , con il consueto coraggio, con la solita schiena dritta, Melillo cerca di ristabilire la verità, in un sistema corrotto dai troppi soldi in circolo e segnato dalla resa civile della città in cui il commissario vive e opera da tanti anni. Nella sua ultima avventura Melillo riesce ad emozionarci ancora, per il suo impegno a fianco dei più deboli, delle vittime, per la sua intelligenza analitica così profonda, per il suo sguardo di umanità così accorato. Grazie al nostro amatissimo commissario è stata ricostruita la storia civile e umana della sua comunità nell’arco di 40 anni, a partire dal dopoguerra. Melillo ha svelato misteri e portato alla luce verità nascoste, che nessuno voleva conoscere. Così è pure in quest’ultimo passaggio, il più amaro, il più difficile, perché riguarda la relazione con il potere che domina la città. Ce la farà ad arrivare fino in fondo?