“Non suicidatevi, ribellatevi!”. Questa la frase apparsa su uno striscione affisso da CasaPound Italia Avellino proprio sul ponte che, per la seconda volta in appena poche settimane, è stato teatro di un suicidio. “Soltanto poche settimane fa – afferma Giuliano Bello, responsabile Avellinese del movimento – due giovani di 27 anni si erano gettati dal medesimo ponte: uno dei due ha perso la vita, mentre l’altro resta attualmente in condizioni gravissime. Questa volta a togliersi la vita è stato un 47enne, impiegato dell’ospedale Moscati, che ha scelto di morire nello stesso posto in cui i giovani Avellinesi appendono lucchetti in segno d’amore”. “Dietro questo ennesimo suicidio – continua Bello – c’è il disagio sociale ed economico che la nostra città vive ormai da anni: i casi di depressione sono in aumento, e, cosa ancora più grave, spesso non si tratta neanche di depressione, ma di scelte estreme fatte con lucidità e consapevolezza da chi non riesce a intravedere altre vie d’uscita. Perciò, a nostro avviso, dovremmo preoccuparci più della mancanza di una rete sociale in grado di assistere i più deboli e chi finisce in difficoltà, piuttosto che pensare all’istallazione di una rete di protezione sul ponte, come sostiene qualche politico locale”. “Che l’attuale Amministrazione Comunale dunque faccia le sue opportune considerazioni – conclude Bello –, e si impegni affinché la propria coscienza, già abbondantemente sporcata dal sangue di queste vittime, in futuro non debba più trovarsi faccia a faccia con l’ennesimo caso di suicidio, alimentando ancora una volta un doloroso e fin troppo lungo elenco che, dall’inizio dell’anno, solo per la nostra provincia conta già più di dieci vittime”.