Pomigliano Jazz festeggia 20 anni! Tra grandi nomi del jazz e della musica internazionale, concerti in esclusiva per l’Italia e produzioni inedite, itinerari turistici e visite guidate, mostre e workshop, spettacoli per bambini e degustazione di prodotti enogastronomici, il festival ideato e diretto da Onofrio Piccolo si conferma sempre più come punto di riferimento culturale per l’area vesuviana, oltre che uno degli eventi musicali più attesi del Sud Italia.
Nella sua ormai classica versione itinerante, la XX edizione del Pomigliano Jazz in Campania – finanziata dalla Regione Campania, attraverso il Piano di Azione e Coesione e sostenuta dal MiBACT – oltre alla città di Pomigliano d’Arco coinvolge anche i comuni di Avella, Casoria, Cimitile, Ottaviano, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana.
Due settimane con concerti di qualità in location d’eccezione, inaugurati dallo svedese Bobo Stenson in trio con Anders Jormin e Jon Fält al Palazzo Mediceo di Ottaviano (29 agosto) e chiusi dal bosniaco Goran Bregovic con la Wedding & Funeral Orchestra (13 settembre), nella festa finale all’anfiteatro romano di Avella.
In mezzo, il concerto al tramonto sul gran cono del Vesuvio con un trio italo-brasiliano: la tromba di Enrico Rava, la voce di Maria Pia De Vito e la chitarra di Roberto Taufic in un’inedita esibizione dal titolo “Sarau sul Vesuvio”, tra canzone napoletana, suggestioni carioca e improvvisazioni. Ma il vulcano più famoso al mondo sarà il palcoscenico anche di altre affascinanti esibizioni. Come quella al chiostro del Santuario della Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia (1 settembre) con la nuova versione del progetto “Ex Voto” di Marco Zurzolo, che dopo 15 anni lo rielabora/ripropone proprio nel luogo che lo ha ispirato, con il leggendario Archie Shepp in un quintetto inedito che comprende anche Reggie Washington, Francesco Nastro e Giuseppe Lapusata. Oppure il concerto al tramonto – unica data italiana (6 settembre) – del norvegese Eivind Aarset che porta il suo Sonic Codex quartet in scena tra i conetti vulcanici del Carcavone: bocche vulcaniche situate sul versante settentrionale del Monte Somma, nel comune di Pollena Trocchia, a 300 metri sul livello del mare. E l’inedito “Canto Antico” del duo Enrico Pieranunzi e Gabriele Mirabassi (10 settembre), ispirato dalla location che lo ospita, la Villa di Augusto a Somma Vesuviana: la dimora dove l’imperatore Augusto trascorse gli ultimi giorni della sua vita. Il luogo “apud urbem Nolam” dove, secondo il racconto di Tacito negli Annales, Tiberio si recò per omaggiare la salma del suo grande predecessore.
Le misteriose Basiliche Paleocristiane di Cimitile accolgono, invece, l’unico concerto italiano del compositore e sassofonista statunitense Steve Coleman con i Five Elements – Jonathan Finlayson (tromba), Maria Grand Tenor (sax tenort), David Briant(piano), Anthony Tidd (basso) e Sean Rickman (batteria) – il 2 settembre. Mentre il Parco della Arti di Casoria vede esibirsi, in una simbiosi perfetta tra musica e danza, i quattro sassofoni di Arundo Donax (Raja, Laino, Emili e Tonolo) con i ballerini della compagnia Movimento Danza Squad, su coreografie di Gabriella Stazio, nell’inedita performance “Place is the Space”.
Il clou del programma nella città che ha lanciato il festival nel 1996, Pomigliano d’Arco. Al Parco delle Acque per due sere – 11 e 12 settembre – si alterneranno il cubano Omar Sosa con il suo Quarteto AfroCubano (unica data in Italia), il batterista, percussionista e compositore partenopeo Tullio De Piscopo che festeggia i 50 anni di carriera con il “Napoli Jazz Project” e l’Orchestra Napoletana di Jazz, diretta da Mario Raja, con un superospite: James Senese, il sassofonista simbolo del Neapolitan Power.
Spazio anche ai dj set di Frank Diana (11 luglio) e del cuoco-poeta DonPasta con due differenti progetti tra cucina e musica dal vivo: il Coockin’ djset (8 luglio a Casoria) e Artusi remix (il 12 a Pomigliano). E ovviamente ai nuovi talenti – come da tradizione del festival, da sempre vetrina per giovani musicisti campani – As One Quintet del sassofonista Andrea Santaniello (l’11) e la cantante partenopea Simona De Rosa, che presenta il nuovo lavoro “Waves”, prodotto dai fratelli Daniele e Tommaso Scannapieco (il 13).
Pomigliano jazz anche quest’anno offre momenti d’incontro e approfondimento per tutte le età. Dai seminari di guida all’ascolto del jazz a cura del critico musicale Pietro Mazzone, con discussioni, ascolto di brani in vinile e musica live, al teatro itinerante per attori, spettatori e musicisti in cammino di “Come Alice… Jazz”: spettacolo ispirato da Lewis Carroll, prodotto dalla compagnia “I Teatrini”, per la regia di Giovanna Facciolo (11 e 12 luglio).
Il matrimonio tra il buon cibo e il Pomigliano Jazz si rinnova anche nell’edizione 2015 del festival, forte del successo degli anni passati. In collaborazione con le condotte Slow Food Vesuvio, Napoli ed Agro Nolano, in occasione dei concerti verranno proposti diversi Itinerari enogastronomici con lo scopo di presentare ad un vasto pubblico la biodiversità agroalimentare dei nostri territori e l’importanza di preservarla nel tempo. Il tema dell’edizione 2015 di Note di Gusto nello spazio Osteria è lo Street Food di territorio, una tradizione secolare molto vivace a Napoli e poi diffusa in tutta la Campania.
Come nella passata edizione proseguirà l’attività del Green Jazz, progetto finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale della rassegna, che quest’anno si arricchisce del contributo di Blablacar, network che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo con persone in cerca di un passaggio. Iscrivendosi al servizio, tutti coloro che non dispongono di un mezzo di trasporto privato per raggiungere i luoghi del festival, o che hanno semplicemente piacere di viaggiare in compagnia, avranno la possibilità di trovare qualcuno con cui condividere l’auto e la passione per la buona musica.
“Storie di Jazz – Venti anni di Jazz in Campania” è il titolo della mostra itinerante, raccontata in tutte le location del festival, che rappresenta un prezioso tassello verso la completa fruibilità, per appassionati e studiosi, dell’ingente materiale prodotto e conservato dalla Fondazione Pomigliano Jazz. La mostra rappresenta un ulteriore momento di avvicinamento a un prossimo evento più ampio su quello che ha offerto e rappresentato il jazz in Campania nell’ultimo ventennio e, in particolare, sul ruolo di Pomigliano Jazz.
Fondamentale per l’organizzazione di una manifestazione tanto complessa e ambiziosa è stato il ruolo dei comuni coinvolti nel progetto – Pomigliano d’Arco, Avella, Casoria, Cimitile, Ottaviano, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana – nonché il lavoro svolto con l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, con la Soprintendenza Archeologica della Campania e con la Comunità Montana Partenio-Vallo di Lauro.