«Conobbi Répaci alcuni anni fa e ci fu, devo dire, immediatamente un feeling tra noi. Lui mi prese a ben volere e credo che mi volesse anche bene. Mi disse che gli sarebbe piaciuto venir a a Soveria per visitare la nostra sede, la nostra casa editrice. Allora per farlo venire con un pretesto si pensà di creare un premio, il “Cariglio d’oro”. Lui fu il primo a riceverlo. Répaci era contentissimo, sembrava tornato bambino quel giorno!
(…)Era il 1984. Un’altra volta pubblica un suo poemetto La Pietrosa racconta che uscì in contemporanea con un’edizione del Premio Viareggio. Volle che io andassi a Viareggio e così gli portai alcune copie del volume. Era contento a tal punto che io, tuttora, non riesco a capire come un autore come lui che aveva pubblicato tutti quei libri, con editori come Mondadori e altri importanti, potesse diventare, ad un tratto così entusiasta, quasi fosse alla sua opera prima.
Volle cenare da solo con me. Tutti – c’erano tante personalità – lo invitavano al loro tavolo. “No, diceva, io voglio stare solo con il mio editore»
Questo il ricordo di Rosario Rubbettino, dagli archivi della Casa Editrice, raccolto da Antonio Minasi nel 2000. Come dice il fondatore della Casa Editrice, scomparso prematuramente nell’ottobre di quello stesso anno, il rapporto con Répaci fu un rapporto importante e profondo. Testimone di quell’amore caparbio per la propria terra che i due professarono con i libri e attraverso i libri.
Di Répaci Rubbettino è editore dell’opera omnia e grazie all’iniziativa di Rosario molte opere dello scrittore palmese sono state sottratte all’oblio che spesso cala come una maledizione su molti degli scrittori e intellettuali calabresi.
Il prossimo 19 luglio ricorre il trentennale della morte di questo poliedrico intellettuale (narratore, giornalista, pittore…) e Rubbettino lo celebra offrendo per la sola giornata del 19 su tutti gli store on line a 0,99 centesimi di euro l’ebook di uno dei suoi testi giornalistici più celebri che nonostante gli anni mantiene intatta la sua attualità: “Calabria grande e amara”.