AVELLINO – “L’architettura è cultura della manipolazione dello spazio, la storia dell’architettura è anche storia di come la luce dia forma allo spazio e viceversa. Il progetto è molto di più di un fatto tecnico. il progetto nasce da domande, da un: “cosa fare?” e il cosa fare è un aspetto morale non formale, poi viene il “come fare” “. Sono i tratti salienti, questi, di una intervista effettuata a Piero Castiglioni, architetto illuminotecnico della prim’ora, indubbiamente tra i più importanti lighting designers al mondo. Progettista eccellente di ambienti e apparecchi d’illuminazione. Tra i suoi principali lavori, ha illuminato la sala del parlamento a Palazzo Montecitorio: “Tra il serio e il faceto direi che “dare luce alle decisioni” è un lavoro impossibile. Seriamente, e non solo per il timore reverenziale che il luogo suggerisce, il lavoro svolto per l’aula di Montecitorio è stato molto impegnativo, di grande responsabilità, di lunga preparazione”.
“Un buon progetto deve avere una al massimo due idee, tre fanno già confusione. La caratteristica di una buona composizione architettonica e anche di un progetto illuminotecnico è quella di avere poche idee ma “forti e leggere”. “Sono molto legato al Museo D’Orsay dove l’idea forte è che la luce non c’è, o meglio c’è ma non si vede, non si vedono apparecchi perché è l’architettura stessa che controlla modifica e gestisce la luce come fosse un gigantesco apparecchio illuminante. La leggerezza è che la luce non ha sorgenti riconoscibili”.
L’architetto Piero Castiglioni, che è stato anche uno stretto collaboratore di Renzo Piano, giovedì 19 marzo, dalle 15, parteciperà ad una tavola rotonda organizzata da “Riqualifichiamo.com” e dall’Ordine degli Architetti. L’appuntamento è al Viva Hotel e prevede il saluto di benvenuto di Alfonso Santosuosso, amministratore Alpadesa srl. Sarà poi la volta di Giovanni Di Tursi, direttore generale Barrisol Italia e Renato Gallo, responsabile sviluppo Gruppo “1Car”.