SALERNO – Venerdì 24 ottobre, presso lo showroom Linee Contemporanee di Salerno, si inaugura la mostra “Folle tra folli in folle”, ideata e organizzata in collaborazione con Moroso spa e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Salerno, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno, dell’ADI Associazione per il Disegno Industriale della Campania e della Fornace Falcone.
All’evento intervengono Patrizia Moroso art director di Moroso e Riccardo Dalisi, recentemente insignito del Premio Compasso d’Oro, che animeranno una conversazione sui temi più attuali del design.
La mostra, che resterà aperta fino al 22 novembre, prevede un percorso articolato tra i prodotti cult della famosa azienda friulana di imbottiti e di sedute e l’installazione di diversi oggetti-scultura che riflettono l’immaginifico mondo del designer napoletano noto per l’impegno nel sociale, oltre che per le straordinarie caffettiere e i numerosi arredi domestici.
Moroso spa rappresenta un caso particolare nel panorama internazionale delle imprese design oriented per lo specifico carattere delle sue creazioni sempre in equilibrio tra la sperimentazione formale/tecnica e la sapiente manualità artigiana.
In maniera peculiare ogni pezzo delle Collezioni dà l’impressione che non è stato progettato un arredo, ma un modo di vivere, non è stato disegnato un divano, ma qualcuno ha orientato il nostro comportamento nello stare seduti. In questo senso sembra che Moroso non prepari dei mobili, ma prefiguri un sogno, inserendosi così nel solco del migliore design italiano. Ma attenzione: si tratta di sogno nel senso di desiderio e non di vagheggiamento, di una concreta aspirazione a migliorare ogni cosa dell’essere a partire dal muoversi tra mobili molto segnati e affettivi.
Inoltre il complesso della proposta in catalogo, nella sana utopia generale, articola tanti “sogni a parte”, uno per ognuno dei circa 40 designer che hanno lavorato nel tempo e che hanno definito il Mondo di Moroso. Una caratteristica quest’ultima che dovrebbe essere indagata per correggere i limiti di tante, interessanti ma anguste, esperienze produttive monoculturali.
Il confronto e la mostra sono quanto mai interessanti perché anche Riccardo Dalisi lavora sul progetto di una fantasia, ma nel senso sognante e si muove in una realtà “altra”, dove più che chiederci di immaginare, ci conduce per mano in altri pianeti lievi e migliori, una realtà incantevole e utilissima, come solo il progetto italiano del nostro abitare sa configurare.