FISCIANO – La conquista della democrazia nei percorsi della memoria, sarà il tema della conferenza stampa che si terrà martedì 30 settembre presso la sala del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Salerno.
Durante l’incontro, che avrà inizio alle ore 10.30, sarà presentato il progetto “1943-2015: la memoria non va in vacanza” come espressione del patrimonio comune e indispensabile nella costruzione di una nuova storia.
All’incontro, moderato da Francesco Colucci, direttore Unis@und, prenderanno parte:
Aurelio Tommasetti, rettore dell’Università di Salerno,
Adriana Musella, presidente Coordinamento antimafia Riferimenti,
Corrado Lembo, Procuratore di Salerno,
Cesare Sirignano, Sostituto Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli,
Luca Cerchiai, componente comitato organizzatore,
Arcangelo Badolati, giornalista e caposervizio del quotidiano Gazzetta del Sud,
Giancarlo Costabile, docente presso Università della Calabria,
Marta Mango, presidente Consiglio degli Studenti UNISA.
Il progetto nato da una felice intuizione di Adriana Musella, presidente del Coordinamento antimafia Riferimenti-Gerbera Gialla, e dei giornalisti Stefano Ballini, Vincenzo Raimondo Greco e Eduardo Scotti, ha trovato l’immediato consenso di docenti universitari(Luca Cerchiai, Francesco Maria Lucrezi, Luigino Rossi, Stefano De Matteis, Marco Soria, Beatrice Benocci e Marcello Ravveduto) e dei giovani della redazione giornalistica di Unis@und (Alessandra Gonzales, Giovanna Di Troia, Gianpaolo D’Elia, Michaela Sica, Salvatore Tancovi, Rita Di Simone).
Con il Progetto si vuol mantenere vivo il ricordo di momenti drammatici della storia italiana affinché non abbiano a ripetersi. “Meditate che questo è stato”, si legge in una poesia di Primo Levi; un verso che ha in sé tutto il valore e l’importanza della memoria perché non c’è futuro senza di essa.
Le oscene e indifendibili leggi razziali del 1938, il rastrellamento nel ghetto di Roma del 16 ottobre del 1943, i campi di concentramento e di internamento, gli anni di piombo e gli omicidi commissionati dalla mafia: proprio il ricordo di questa pagina terribile della storia italiana del XIX e XX secolo, che ha reso responsabile e complice il nostro Paese nella politica disumana e atroce della persecuzione contro gli ebrei, che ha proiettato l’Italia in anni bui dove le P38 la facevano da padrona e dove il tritolo veniva utilizzato per annientare i paladini della democrazia, impone il dovere di coltivare la memoria critica e di non dimenticare quanto sosteneva Primo Levi: “ricordate che quello che è stato, in futuro, con il sonno della ragione e la mancanza di memoria, potrebbe ripetersi e verificarsi nuovamente”.
L’augurio è che il Progetto “1943-2015: la memoria non va in vacanza” possa diventare, grazie all’impegno di tutti, riflessione annuale e memoria collettiva per le nuove generazioni e che si possa costituire una rete di società civile che veda gli sforzi congiunti di università, a partire da quella di Salerno e della Calabria, scuole e fondazioni, enti del territorio e musei.