AVELLINO – Ultimi giorni di proiezioni, dibattiti e confronti con gli autori per la XXXIX edizione del Festival internazionale del cinema Laceno d’Oro che si avvia a chiudere i battenti dopo serate di intensi successi.
Da quest’oggi prenderà il via il workshop di sceneggiatura e regia curato da Daniele Gaglianone, presso la Casina del Principe di Avellino.
Il corso sarà aperto a giovani allievi che saranno formati nella realizzazione della scrittura cinematografica dal famoso regista piemontese, docente presso l’Università di Torino e l’AIACE.
Nel pomeriggio, al carcere borbonico, si tertrtà una interessante tavola rotonda dal tema “Cinema e Realtà: i nuovi possibili”, a cura del Centrodonna di Vittoria Troisi, cui prenderanno parte Edoardo Winspeare, Daniele Gaglianone, Marina Brancato, Alfonso Amendola, Franco Festa e Paolo Speranza.
In serata, l’appuntamento con il cinema è al Movieplex di Mercogliano, con la proiezione di In grazia di Dio di Edoardo Winspeare.
IL PROGRAMMA
Lunedì 1 settembre 2014
Cinema e Realtà: i nuovi possibili
tavola rotonda a cura di Vittoria Troisi (Centrodonna)
con Edoardo Winspeare, Daniele Gaglianone, Marina Brancato, Alfonso Amendola, Franco Festa e Paolo Speranza
Avellino, Carcere Borbonico, ore 18.30
In grazia di Dio di Edoardo Winspeare
Incontro con l’autore
Mercogliano – Movieplex,
ore 20.30
Martedì 2 settembre 2014
La mia classe di Daniele Gaglianone
Incontro con l’autore
Mercogliano – Movieplex,
ore 20.30
SCHEDA DEL FILM “IN GRAZIA DI DIO”
Regia: Edoardo Winspeare
Durata: 127’ / Anno: 2014
Sceneggiatura: Edoardo Winspeare, Alessandro Valenti, Anna Boccadamo
Interpreti: Barbara De Matteis, Laura Licchetta, Gustavo Caputo, Celeste Casciaro
Fotografia: Michele D’Attanasio
Produzione: Saietta Film
Si può raccontare la crisi economica dell’Italia partendo dalla terra, il Salento e da una storia generazionale di quattro donne? E si può andare oltre quello che si racconta facendo emergere un universo arcaico e magico? Il cinema di Edoardo Winspeare diventa ancora una volta ipnotico, crea nuovamente miracoli (quasi dal suo film omonimo del 2003) in In grazia di Dio, trascina dentro il proprio universo composto ancora una volta da un paesaggio in cui si sente la fisicità del luogo, da una lingua, il dialetto, che crea quasi un suo ritmo sonoro, lo stesso delle scansioni musical di Sangue vivo. Protagoniste sono una madre, due figlie e una nipote che dopo il fallimento della loro impresa familiare e il pignoramento della loro abitazione, decidono di trasferirsi in campagna e vivere barattando i prodotti della terra. Lì scoprono un nuovo modo di vivere e rimettono in discussione le proprie relazioni affettive. C’è la dura vita di tutti i giorni in In grazia di Dio ma c’è anche il doppio film, quello che scorre parallelo e ha l’incanto della favola evidente nell’immagine delle quattro protagoniste riunite in un’unica immagine, quasi una specie di frammento impazzito di “Piccole donne”. Magie di un cinema che va oltre quello che mostra ed è sempre capace di sorprendere.