LACEDONIA – E’ atteso nelle prossime ore in Italia il regista cinese Jia Zhang-Ke che, proveniente direttamente dal suo paese d’origine, farà tappa ad Avellino da protagonista per l’inaugurazione della XXXIX edizione del Festival Internazionale del Cinema Laceno d’Oro in programma lunedì 18 agosto alle ore 20.30 all’Arena Eliseo in Piazza Del Debbio.
Dopo il Leone d’Oro a Venezia nel 2006 e la vittoria a Cannes nel 2013 con A touch of Sin (Prix du Scènario) l’Italia accoglie il più famoso regista cinese della nuova generazione, che inaugura il Festival e riceve il Premio Camillo Marino alla Carriera, succedendo a mostri sacri del cinema internazionali quali Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Aurelio Grimaldi, Antonietta De Lillo, Vincenzo Marra, Ken Loach, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Marco Bellocchio, Laurent Cantet, Paolo e Vittorio Taviani, Olivier Assayas. A Jia Zhang-Ke il Laceno d’oro dedica una breve ma raffinata retrospettiva, con una selezione di alcuni tra i suoi più importanti film ed un atteso momento di confronto.
Regista, scrittore, sceneggiatore e produttore, Jia Zhang-Ke nasce a Fenyang, cittadina della provincia settentrionale di Shanxi solcata dal fiume giallo. Studia pittura, si interessa di letteratura e pubblica il suo primo romanzo appena ventenne. Entra all’Accademia di Cinema di Pechino, dove fonda il gruppo cinematografico sperimentale giovanile, la prima organizzazione indipendente del genere in Cina. Dopo il diploma all’accademia gira il primo lungometraggio, Xiaowu (1998), che vince un premio al Festival di Berlino ma il governo cinese lo censura in patria perché troppo “crudo” nei confronti della Cina contemporanea. Il film narra il triste percorso di un ladruncolo, il suo distacco dalla famiglia, dalla ragazza e dagli amici verso un epilogo triste e umiliante. Inizia quindi una collaborazione con Takeshi Kitano che porta al suo secondo lungometraggio, Zhantai (Platform), del 2000. Il film vince molti premi (tra cui Venezia) perché affronta con coraggio la Cina degli anni ‘80, periodo di grandi trasformazioni, come la fine dell’ideologia maoista, l’apertura alla cultura occidentale, l’introduzione del modello capitalistico in una versione riveduta e corretta. Zhantai (Platform) attraversa questi cambiamenti filmando le vicende di una compagnia culturale che, venute meno le sovvenzioni statali, decide di portare in giro per la Cina uno spettacolo ispirato ai valori e temi della cultura occidentale.
Il cinema europeo ha molto influenzato il regista, in particolare lo ha influenzato quello francese (Godard, Bresson) e il neorealismo italiano (De Sica, Pasolini). Nel 2006 con Still Life, Jia vince il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia. Dopo la docufiction sui cambiamenti della Cina odierna 24 City (2008), torna nel 2013 con A touch of sin (Il tocco del peccato), presentato con successo al Festival di Cannes.