ActionAid sta sfruttando la tregua per garantire aiuto e supporto immediato agli abitanti della striscia di Gaza, costretti a lasciare le proprie case, danneggiate o distrutte durante il conflitto. Lo staff di ActionAid è impegnato sul campo a Gaza City nella distribuzione di vouchers dal valore di 280 dollari che 480 famiglie potranno immediatamente spendere in due supermercati del quartiere di Rimal, per comprare cibo, acqua e altri generi di prima necessità, come medicine e vestiti. Entro venerdì, questo tipo di sostegno raggiungerà un totale di 3,570 persone. ActionAid, inoltre, avvierà oggi una fase di valutazione dei bisogni della popolazione nel lungo periodo, per rispondere in maniera adeguata e strutturale attraverso un impegnativo piano di ricostruzione di 18-24 mesi per cui sono stati già allocati oltre 1.6 milioni di euro. Fondi in arrivo anche dal Team Internazionale Umanitario per l’Azione e la Resilienza di ActionAid (IHART, International Humanitarian Action and Resilience Team) e dal Comitato per i Distastri e le Emergenze (DEC) che ha già raccolto oltre 13 milioni di euro, tra cui più di 3.3 milioni provenienti dal Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito.
“Questa crisi non è che l’ultimo passaggio di una oppressione che si manifesta da anni ogni giorno, nel modo in cui si è (dis)organizzata la convivenza tra le popolazioni israeliana e palestinese” ha commentato Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia “Sono ingenti gli sforzi messi in campo dalle organizzazioni umanitarie impegnate sul campo come ActionAid, ma da soli non andiamo da nessuna parte. Al di là degli aiuti umanitari per salvare vite nell’immediato, occorre un’urgente azione politica concertata tra tutti i Governi che assicuri un impegno concreto e una vera volontà volta a risolvere definitivamente questo massacro.”
A livello locale, ActionAid ha già erogato finanziamenti a due organizzazioni partner con le quali collabora sul territorio: la Union Health Care Committe, impegnata nella registrazione delle persone in cerca di un riparo (308 famiglie per 2,653 individui). I fondi verranno impiegati per spese di supporto allo staff, carburante per le ambulanze e per le automobili utilizzate nelle operazioni di assistenza e per l’acquisto di carte telefoniche; la Latin Patriarchate Church acquisterà carburante da destinare ai generatori di elettricità e alle pompe d’acqua che riforniscono le 172 famiglie (917 persone) riparate nella chiesa e nella scuola.
Questi i primi difficili interventi per far fronte a uno scenario drammatico: secondo stime delle Nazioni Unite, almeno 1,962 palestinesi sono stati uccisi (oltre l’85% civili), tra cui 238 donne e 459 bambini, superando tragicamente il numero di decessi infantili causati dai precedenti due conflitti ( 350 nel 2008-9, 35 nel 2012). 67 le vittime israeliane (tra le quali si contano 64 soldati). Quasi 17mila unità abitative sono andate distrutte, con oltre 100.000 persone rimaste senza casa e soprattutto senza alcun accesso al cibo, a causa della mancanza di elettricità e l’accesso impossibilitato alle terre e alla pesca che si protrae da 4 settimane. Sono 373.000 i bambini che hanno bisogno di supporto psicologico per affrontare il trauma, in una popolazione, quella di Gaza, che per oltre il 50% è costituita da minori. 230 scuole colpite dai bombardamenti, tra cui 25 seriamente danneggiate, circostanze che renderanno drammatico l’avvio dell’anno scolastico previsto per il 24 agosto.
“ActionAid chiede a tutte le parti coinvolte di compiere i massimi sforzi per giungere a un accordo su un nuovo cessate il fuoco più duraturo e sulla fine dell’embargo imposto a Gaza. ActionAid invita inoltre l’intera comunità internazionale a negoziare la fine immediata di quest’ultima serie di attacchi, e a lavorare per una giusta e durevole soluzione di pace che metta fine all’occupazione israeliana della Palestina.” ha dichiarato Yasser Toshtash, Emergency Programme Manager di ActionAid a Gaza. “La popolazione ha disperatamente bisogno di aiuto. Stiamo lavorando per supportare coloro a cui sono state distrutte le case e che cercano riparo nelle scuole, nei magazzini e in qualsiasi altro genere di edificio. Stiamo lavorando, in particolare, per assicurare aiuto alle persone più vulnerabili come donne, bambini e anziani che potrebbero non essere raggiunti da altri tipi di assistenza.”