AVELLINO – Le nature morte e i paesaggi dipinti in presa diretta ed eternati dall’arte di un pittore del secolo scorso. Al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino arrivano le opere di Carlo Conrotto in una mostra retrospettiva dedicata al pittore napoletano che sarà inaugurata sabato 26 aprile alle ore 18 e sarà ospitata fino al 30 maggio nel foyer del Teatro comunale irpino.
La retrospettiva in omaggio a Carlo Conrotto, a quasi un anno dalla sua scomparsa, è il quarto appuntamento di “Arte in Scena 2014”, il progetto di teatro aperto a tutte le forme d’arte, a tutti i linguaggi della cultura e a tutti i talenti che coltivano e difendono il bello, fortemente voluto dalla presidenza dell’Istituzione Teatro “Carlo Gesualdo”, con la collaborazione dello storico dell’arte Alberto Iandoli e grazie alla partnership con Progress.
Al vernissage interverranno, oltre al figlio dell’artista, Luigi Conrotto, il presidente dell’Istituzione Teatro comunale Luca Cipriano, lo storico dell’Arte Alberto Iandoli, il pittore Pio Barzaghi, amico di Carlo Conrotto, Giancarlo Giordano, per anni collaboratore di Conrotto e l’attore Loris de Luna che reciterà delle poesie del Maestro Conrotto.
La mostra proporrà al pubblico del “Gesualdo” ben 23 opere di Carlo Conrotto, nature morte e paesaggi, realizzate dall’artista tra gli anni ’40 e ’90 del secolo scorso, più un ritratto dell’artista realizzato nel 1944 dal Maestro Emilio Notte, uno dei maggiori pittori italiani del ‘900.
La retrospettiva in omaggio a Carlo Conrotto sarà ospitata nel foyer del “Gesualdo” fino al 30 maggio e sarà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
BIOGRAFIA
Carlo Conrotto nasce a Napoli l’1 marzo 1916, e trascorre la sua infanzia nella centralissima via Francesco Saverio Correra, più nota ai napoletani come “’o Cavone”. Dopo la maturità scientifica, rinuncia a proseguire gli studi universitari, preferendo il lavoro per contribuire così al sostentamento della sua famiglia. Sul finire degli anni ’30 conosce e stringe amicizia con il Maestro Emilio Notte, uno dei maggiori artisti italiani del ‘900, firmatario, tra l’altro, del celebre “Manifesto Futurista Antiastrattista”, in quel tempo suo vicino di casa, che gli trasmette l’amore per il disegno e la pittura. L’influenza del Maestro Notte è subito evidente nel tratto del disegno e nella tavolozza di Carlo, e ciò sin dalle sue prime opere, risalenti proprio a quel periodo.
Nell’immediato dopoguerra, conosce e stringe amicizia, sempre a Napoli, con l’avvocato e poeta Ermanno Comite col quale fonda al Vomero “Il Cenacolo”, un punto d’incontro di artisti ed intellettuali, frequentato, tra gli altri da Luigi Pane ed Antonio Scopato.
Nel 1962, Carlo Conrotto, per ragioni di lavoro si trasferisce da Napoli ad Avellino, dove viene assegnato all’ufficio locale del Ministero dell’Agricoltura. Entrare subito nella cerchia degli artisti ed intellettuali del tempo. Stringe amicizia infatti subito con il giornalista e critico d’arte Fausto Grimaldi, che lo convince ad iniziare quella che si rivelerà poi una lunga e proficua collaborazione con il Quotidiano “Il Roma”, in qualità di curatore di recensioni per la pagina della cultura, con il professor