MONTEFORTE IRPINO – Entrando nell’Istituto Comprensivo “S. Aurigemma” di Monteforte Irpino, ci si è accorti che lungo le pareti del corridoio che guida all’aula Magna, qualcosa è cambiato per un giorno. Infatti, foto e poesie prendevano la scena. Una mostra di foto a cura di Luigi Cipriano, Francesco Di Sibio, Massimo Ciotta e Giuseppe Caputo, per le poesie tratte dai volumi della collana “Pietre Vive” che è stato il preludio ad un incontro intenso e produttivo, tenuto il 21 pomeriggio sul tema “Dove va la poesia irpina?”.
Un punto interrogativo che ha sottolineato un’importante premessa: molto è stato fatto negli ultimi 20 e più anni per far conoscere e la poesia che si scrive in questa provincia, e molti sono stati finora i punti di arrivo, fiore all’occhiello sicuramente le antologie sulla poesia del Novecento irpino, curate da Paolo Saggese e i cataloghi “Pietre Vive” che legano fotografia e poesia per una rilettura e una più intensa conoscenza del territorio. Dopo i saluti dell’assessore alla cultura di Monteforte Irpino, Rosa De Sapio, dell’editore Silvio Sallicandro (che ha pubblicato i volumi su cui ci si è soffermati) e del padrone di casa, il Dirigente Scolastico Tullio Faia, hanno argomentato sui cataloghi-antologie “Pietre Vive”, i curatori, Domenico Cipriano e Francesco Di Sibio, spiegandone le ragioni e il significato di questa collana innovativa che inizia a trovare riscontri anche fuori provincia, con recensioni su importanti riviste nazionali. Successivamente, Cosimo Caputo ha relazionato sui contenuti dei volumi sopra citati, in particolare sulla scommessa sull’ultima generazione, i nati dopo il 1980, che sono presenti nel terzo volume della collana, dedicata al Castello D’Aquino di Grottaminarda. È seguita un esaustivo intervento di Paolo Saggese che ha raccontato la storia e le fasi principali della poesia in Irpinia nel primo e secondo novecento, documentati nel suo volume edito di anni fa e dal titolo “Operai di Sogni”, e nella storia della poesia irpina, di cui ha già pubblicato 2 primi volumi dell’ambiziosa opera.
Un pubblico numeroso, composto principalmente da protagonisti del mondo della scuola e da scrittori, alcuni dei quali sono anche intervenuti a fine serata (in particolare Armando Saveriano – che per anni ha portato avanti un discorso unitario tra poesia e teatro con l’Associazione Logopea –, Nicola Prebenna e il giovanissimo Domenico Carrara), è stato testimone di alcune riflessioni che sono venute fuori dall’incontro nel suo insieme. In primo luogo si è evidenziato come la poesia possa divenire lo strumento di civiltà e di testimonianza sempre e comunque, un risultato importante che supera quelle naturali, ma sciocche rivalità del microcosmo culturale, che sembrano sempre più superate, nel rispetto delle differenze e dei progetti individuali, sottolineando come sia importante ritrovare tanti intellettuali e autori uniti per progetti comuni. In secondo luogo si è evidenziato che la poesia si interroga sul presente, sulla vita, a tu per tu con la realtà, e su questo l’Irpinia offre periodicamente il proprio contributo; pensiamo alle battaglie contro le discariche, contro il petrolio, contro la disoccupazione e in favore dello sviluppo e della giustizia, ingaggiate in questi anni, che sono patrimonio di tutti coloro che hanno fatto sentire la loro voce in questi anni, anche con un solo verso, e non di singole individualità. Temi come la poesia del Sud, il bisogno di costruire un nuovo Festival della Poesia che possa coinvolgere i singoli e le associazioni, le case editrici che operano attualmente sul territorio in favore della poesia, offrendo ognuno il proprio contributo. Riproporre la poesia nella scuola che può fare tanto per far conoscere e confrontare gli studenti sui temi spesso avanzati dalla poesia. E tanto altro che potrà essere affrontato in prossimi incontri.
Ma i riflettori puntati sui giovani hanno portato anche a fare una riflessione condivisa sulla nuova fase che sembra iniziare la poesia irpina, con nuovi temi e rapporti con il territorio e le origini, elementi che ci si è ripromessi di affrontare attentamente in un’antologia critica che evidenzi gli autori più interessanti di questo nuovo panorama, a cui hanno iniziato a lavorare coralmente Paolo Saggese, Domenico Cipriano, Raffaele Barbieri e Cosimo Caputo. Uno spiraglio per continuare un dialogo propositivo di legame tra la poesia e il territorio, dopo le numerose attività di valorizzazione e diffusione mai interrotte negli ultimi 20 anni. La serata è stata coordinata con consueta professionalità e leggerezza da Raffaele Barbieri, mentre i curatissimi interventi musicali sono stati curati dagli insegnanti di musica dell’Istituto Comprensivo “S. Aurigemma”: Cristiano Della Corte, Giuliana Galasso, Maurizio Severino, Vincenzo Di Somma e Pasquale De Jesu. Infine, la lettura delle poesie tratte dall’ultimo volume di “Pietre Vive” sono state lette da Santa Capriolo, che ha chiuso la serata leggendo anche tre testi degli alunni che sono stati tra i vincitori di un premio di poesia che annualmente promuove il l’Istituto Comprensivo “S. Aurigemma” per ricordare con la delicatezza e la bellezza della poesia un alunno scomparso qualche anno fa.