AVELLINO – E’ uno dei caratteristi più apprezzati del teatro italiano. Prima spalla esilarante di Vincenzo Salemme e poi autore di pungenti commedie sui vizi e le virtù della società moderna.
Sul grande schermo ha alternato ruoli estremamente comici a grandi interpretazioni e con Paolo Sorrentino ha vestito i panni di uno straordinario Cirino Pomicino ne “il Divo” e quelli dell’amico imprenditore di Jep Gambardella ne “La Grande Bellezza”, candidato all’Oscar come miglior film straniero.
Al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino torna Carlo Buccirosso con “La vita è una cosa meravigliosa”, il suo nuovo spettacolo, in scena sabato 15 febbraio alle ore 21 ed in replica domenica 16 alle ore 18.30 per la rassegna “ReD – Risate e Danza” organizzata in sinergia con il Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo
Dopo i grandi successi di pubblico e di critica ottenuti ad Avellino con “I compromessi sposi”, “Il miracolo di Don Ciccillo”, “Napoletani a Broadway” e “Finché morte non vi separi” torna al “Gesualdo” Carlo Buccirosso con la sua affiatata compagnia teatrale, in una nuovissima commedia dai tratti esilaranti, ironici e, come è ormai consuetudine dell’attore partenopeo, taglienti.
La vita è una cosa meravigliosa, scritta e diretta dallo stesso Buccirosso, racconta la surreale vicenda di una famiglia che, per sopravvivere in un mondo ormai allo sbando che ha smarrito quei valori positivi e rassicuranti, schiva ogni rapporto sociale rifugiandosi tra le proprie mura domestiche, in un vero e proprio bunker familiare dove ne succederanno di tutti i colori.
«In un mondo che ha smarrito i suoi valori e le sue certezze, trasformando l’esistenza di ognuno di noi sempre più in una lotta per la sopravvivenza, in cui lo Stato e gli uomini chiamati a rappresentarlo appaiono come fantasmi in cerca di legalità ed onestà decadute da tempo, la fuga dal rapporto sociale ed il rifugio tra le proprie mura domestiche appaiono soluzioni tristemente necessarie alla ricostruzione della dignità e al rafforzamento della propria fede, quella che tiene unito l’uomo al proprio nucleo familiare come un cordone ombelicale indissolubile» scrive Buccirosso nelle note di regia.
L’attore e drammaturgo partenopeo propone così la sua personale ricetta per mettersi alle spalle la più gigantesca, la più insuperabile, la più inesorabile delle crisi di un intero Paese, forse di una intera umanità, e offrire ad una allegra famigliola, la possibilità di sorride felice, fiduciosa, rinsavita e speranzosa, consapevole e rigenerata, dal ritorno tra le mura confortevoli del proprio bunker familiare.
La scenografia sono state affidate alle cure di Gilda Cerullo, mentre i costumi sono frutto di Zaira De Vincentis. Al disegno delle luci ci sarà Francesco Adinolfi, mentre le musiche saranno di Bruno Lanza.