AVELLINO – Dopo nove anni di grandi successi al cinema e in televisione, torna a calcare le scene una delle attrici più amate dal pubblico italiano. Al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino arriva Nancy Brilli nei panni di Mirandolina, la Locandiera di Carlo Goldoni, in programma sabato 21 alle ore 21 e, in replica, domenica 22 alle ore 18.30
Ha debuttato con grandissimo successo al Quirino di Roma lo scorso novembre e adesso è in giro per i più grandi teatri d’Italia. Nancy Brilli torna sulle scene con un grande classico del ‘700, per il terzo appuntamento della XII rassegna di “Grande Teatro” organizzata dal “Carlo Gesualdo” con la collaborazione del Teatro Pubblico Campano.
Nancy Brilli porterà sul palcoscenico del teatro comunale di Avellino la storia di Mirandolina, esempio di protofemminismo, che si destreggia tra i corteggiamenti di tre uomini, Fabio Busotti che veste i panni del Marchese di Forlipopoli, Claudio Castrogiovanni che è invece il Cavaliere di Ripafratta e Maximilian Nisi che interpreta il Conte di Albafiorita, aiutata in questa impresa dal fidato cameriere Fabrizio, Andrea Paolotti, che alla fine di tutte le peripezie diventerà il suo sposo, in un incessante e spietata guerra tra i sessi che è soprattutto un elogio ad una donna intelligente e intraprendente che fa di tutto per salvare la locanda ereditata dal padre e di conseguenza il suo lavoro che è anche la sua libertà.
La regia di Giuseppe Marini, al debutto con l’opera goldoniana, segna il ritorno in palcoscenico di una delle più popolari attrici italiane che, dopo anni in cui ha scelto di non viaggiare per stare vicina al figlio, ora riparte con una tournée per impersonare uno dei personaggi più conosciuti e più complessi del teatro mondiale, una figura femminile anticonvenzionale per l’epoca settecentesca e attualissima nell’Italia di oggi.
Nell’allestimento di Marini, Mirandolina è una donna dalle molte sfaccettature, evidenziata anche dalla scenografia di Alessandro Chiti costituita da specchi, su uno sfondo bianco, che riproducono anche una visione molteplice della realtà. Chiusa in un rigido bustino a voler simboleggiare la durezza dei suoi sentimenti e la sua volontà di rivalsa su chi la considerare solo una bella donna e non adatta a lavorare nella locanda, si contrappone alle figure di corteggiatori in scena con abiti sgargianti e caricaturali, come i loro comportamenti individuali.