L’Irpinia Renzi e il prossimo PD

comunicato stampa –  Nel panorama poco accattivante del PD irpino, contraddistinto da personalismi litigiosi e da un conflitto generazionale mai sanato, se ci si ferma viene da pensare: “ma perché tesserarsi oggi nel PD?”

E’ oggettivamente difficile farlo:
 

  • per il modo con cui è stata congelata la comunicazione;
  • perché il PD irpino non dà l’idea di voler realmente essere un luogo aperto e plurimo;
  • perchè restano sconosciute, a chi non fa parte del meccanismo, le regole di partecipazione ai congressi.

 
Eppure, è quanto mai necessario, proprio in questo momento, e proprio per queste ragioni, entrare nel PD irpino, ed anche “a gamba tesa”.

 
Chi sente la necessità di intervenire, partecipare al destino della propria comunità, più che limitarsi al lamento, deve prendere la propria tessera PD, questa volta pagarla ed usarla. Non è più il tempo di delegare ad altri le possibilità di potere che ogni singolo cartoncino produce, ma contribuire in prima persona al rinnovamento, ad una nuova speranza.

 
“Irpiniacambia”, dopo aver eletto il nuovo PD, prodotto la fuga e lo scompaginamento di tante rendite di posizione, vuole assolutamente esserci, anche nel PD prossimo venturo, e lavorare affinché diventi un partito aperto, a servizio della comunità, soprattutto, per scongiurare il rischio che i nuovi vertici siano ennesima espressione del numero di tessere di questo o quel potentato, più o meno ambiguo.

Per farlo, però, è’ necessario essere in molti ad entrare nel PD ed pretendere un rinnovamento che crei strutture fatte non banalmente di politici nuovi, ma di politiche vere. E’ necessario contribuire ad eleggere un Segretario provinciale che non sia espressione di sistemi precedenti, in qualche modo, punto di rotazione della Galassia malata che per oltre dieci anni ha rappresentato la politica del PD in Irpinia. 
 
E’ necessario produrre classe dirigente fuori dalla retorica per una provincia che annegata nelle demagogie ambientaliste, continua a pianificare nuove rivoluzioni industriali, per un capoluogo riempito di false nostalgie di grandezza, in cui si muore per l’amianto dei tetti mai rimossi, nei quartieri mai stati serbatoi di voti, per i tanti paesi che si sviluppano con l’urbanistica gretta degli “amici degli amici”, mentre l’80% degli iscritti agli ordini professionali invidia i cassa-integrati.