La popolarità del dibattito sul divario Nord-Sud sembra non avere mai fine e le celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia più che aiutare il Paese a riscoprire l’orgoglio per la ritrovata unità hanno semmai inasprito gli animi dando fiato a eterne dispute tra chi sostiene che il Sud abbia rappresentato sin da subito una palla al piede per il resto del Paese, che invece si presentava già allora dinamico e produttivo, e chi (ovviamente da Sud) legge il processo di unificazione nazionale come un atto di aggressione ai danni del Mezzogiorno che ha dato vita a un rapporto di tipo coloniale tra le due parti d’Italia.
Il dibattito tuttavia è stato spesso sostenuto da prese di posizione di carattere ideologico supportate da dati e fatti poco approssimativi tanto da poter essere letti in maniera arbitraria.
All’interno di questo quadro assume dunque un grande valore il libro Il Mezzogiorno prima dell’Unità. Fonti, dati, storiografia a cura di Paolo Malanima e Nicola Ostuni, pubblicato di recente da Rubbettino.
Il volume si compone di dodici saggi, undici dei quali dedicati all’analisi di singoli aspetti dall’industria e l’artigianato, al commercio estero, all’agricoltura, alla viabilità. Ogni saggio è poi corredato da tabelle riassuntive e comparative.
Il libro, insieme al volume dello stesso Malanima e di Vittorio Daniele Il divario Nord – Sud in Italia (1861-2011) rappresenta una fonte preziosa di informazioni per leggere in maniera obiettiva la storia del nostro Paese.