Riceviamo e pubblichiamo – Pasquale Esposito, nativo di Sorrento, vive oramai da anni a Casalvelino, nel Cilento (SA) ed ha portato con sé la sua passione per il presepe. Pasquale potrebbe essere definito, con un termine che non troveremo sul vocabolario, un “presepista”, adattando il nome dell’artefice alla realizzazione dell’opera. E’ abilissimo,artisticamente parlando, nel realizzare “in scala”, qualsiasi realtà che si possa immaginare presente in un presepe da costruire con le proprie mani. Il termine presepe ci viene dal latino praesaepe, e non si riferisce alla capanna con Gesù, i genitori e gli animali, ma alla greppia,ossia alla mangiatoia: La parola è composta da: prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto. Pasquale proviene da una felice località dope i presepe sono di casa, basti ricordare la terza edizione di “Maestri in Mostra”, la rassegna d’arte dedicata al presepe napoletano promossa dalla Fondazione Sorrento, che è stata Inaugurata il 7 dicembre, nelle sale di villa Fiorentino, appunto, a Sorrento. Pasquale stesso in due occasioni, ha vinto premi proprio per la elaborazione di “presepi artigianali”, ossia interamente o quasi, costruito con le mani di artigiani specializzati e precisi, fino nei minimi particolari, in ogni possibile elemento che la fantasia di un artista possa immaginare presente nell’ambito della scena “natività” o che faccia parte della credenza popolare. I presepisti della costiera Sorrentina sono, difatti, famosi. Pasquale è una persona paziente e gentile, che nasconde, dietro una grande semplicità una altrettanto grande dote, se non innata, di certo passata coi cromosomi. Ma nella sua “capanna-laboratorio” si nascondono sia tesori di abilità nati dalle sue mani e dalla sua fantasia creatrice, sia materiali più variegati ed una attrezzatura dalla più semplice alla più complessa, con cui riesce a realizzare qualsiasi oggetto, che appartenga alla natura o al cibo o ad attrezzi in uso nei tempi passati per filare la lana, preparare il vino, cucinare pasti in cucine “antiche”, perfettamente complete in ogni particolare, carrettini colmi di frutta di ogni tipo, fontane elaborate, ogni tipo di formaggi possibili. Un mondo intero, del tutto simile all’originale, ma prodotto in una scala tale da potere essere ospitato nei complessi presepi che l’artigianato della Campania, da secoli e generazioni, regala al mondo. Materiali usati? I più svariati: Pasquale li trova camminando sulle spiagge del Cilento, recuperando legni dalle forme strane, sassi, cozze infinitesimali, o anche modificando con la pittura e l’estro oggetti già esistenti, quali tappi di detersivi o realizzando con il Das, il fimo, l’argilla, per mezzo di stecche in legno o metallo, a punta o arrotondate, semicircolari o a punta sferica, con il profilo liscio o dentato (per creare diverse modanature e texture tra le più diverse e variate) e “mirette” adatte a togliere porzioni di materiale con le estremità in filo di ferro robusto, solitamente ad arco, piatte o con sagome particolari. Nel suo locale, nascosto al mondo, trascorre ore per realizzare i suoi piccoli capolavori. I formaggi hanno toni di colore credibilissimi e le forme dei più svariati tipi, tanto che, fotografati, sembrano autentici. Con l’occhio attento dell’artista trova l’esatto punto di colore per le frutta più svariate, o i pesci dei mari e dei fiumi, dipingendo ogni cosa con la tempera mescolata ai collanti. E’ paziente, meticoloso, scrupoloso ed attento nell’osservare la realtà o riprodurre elementi di una cultura del passato, quali aratri a mano, strumenti per la viticoltura, torchi, presse e arredi di cantina, materiali artigianali boccali, misure, borracce, fiasche, coppe. I Cilentani dunque, non hanno bisogno di arrivare a Napoli, nella classica strada dedicata ai presepi, per trovare le meraviglie del piccolissimo. Non mancano gli oggetti di uso nelle abitazioni contadine, quali paioli e pentole, utensili dei falegnami, dei fabbri, dei calzolai. L’osservazione di ciò che gli sta intorno sembra agire da stimolo per sviluppare la sua creatività artistica anche mediante l’utilizzo di materiali che potrebbero apparire lontani dal fine da raggiungere, ma il suo cervello è spinto a cercare combinazioni per risolvere il problema artistico che si è posto utilizzando le risorse disponibili piuttosto di avere tutto pronto e a portata di mano dove si trovano in vendita. Oltre alle tecniche tradizionali, Pasquale ne inventa costantemente di nuove, anche quando si tratta di fornire una insolita base quale cornice di un’opera pittorica, ed inventa nuove applicazioni, tra le più personali e improbabili. Abilissimo anche nella creazione di mobili particolari ed unici nel loro utilizzo, ha portato nel Cilento un angolo d’arte che lo rende molto ricercato da quanti, incuriositi dal suo lavoro, o desiderosi di vedere le sue opere, lo raggiungono nella sua casa di Casalvelino scalo, per vederlo all’opera nel suo laboratorio artigianale.