Inizierà domani, venerdì 4 gennaio e sarà in scena fino a domenica 6 gennaio, presso il 99 Posti di Torelli di Mercogliano, “Diario di Viaggi” di Gianni e Francesco di Nardo. Protagonista del viaggio è Francesco, un diciannovenne che decide di arruolarsi e partire per la guerra; non sa cosa lo aspetta, non sa che presto conoscerà la crudeltà e la follia dell’uomo. Quando arriva l’armistizio dell’otto settembre Francesco, come tanti altri soldati italiani, si trova al di là della linea nemica, i tedeschi lo catturano e lo deportano in Germania. Diventa un IMU, ovvero uno schiavo di guerra, denutrito e venduto ogni giorno al miglior acquirente che ha bisogno del lavoro delle sue braccia. Per due anni Francesco riesce a sopravvivere in condizioni al limite dell’umano e quando gli chiedono di entrare nelle schiere di Salò e poter far ritorno quindi in Italia, si rifiuta e alla farsa del fascismo preferisce il lager.
La vicenda di Francesco prosegue tra torture e crudeltà e quando finalmente tornerà dalla guerra avrà in testa una parola: democrazia e avrà anche la volontà e la curiosità di sperimentarla fino in fondo.
Il racconto che Francesco fa sul palco è un viaggio a ritroso nella sua memoria, nei suoi ricordi dolorosi, a volte, e, a volte, candidi, animati ancora dall’innocenza giovanile; il racconto si intreccia con un altro viaggio, quello che Francesco decide di intraprendere insieme al figlio Gianni: Gianni e Francesco viaggiano insieme, attraverseranno, a ritroso, il muro del tempo, il muro delle generazioni attraverso la lunga e dolorosa strada degli anni della guerra. Lo scopo sembrerebbe quello di intessere di nuovo i fili dei ricordi, di un’esperienza estrema che rischierebbe di dissolversi se non fosse fissata dalle immagini; eppure questo viaggio ha un duplice significato perché segna anche per il figlio un punto di svolta, la presa di coscienza di aver capito davvero, di aver trovato un dialogo profondo e diverso con Francesco, al di là dei legami di sangue, da uomo a uomo, da essere umano a essere umano.
Un atto d’amore completo di un padre verso un figlio e di un figlio verso il padre, una prova di come gli uomini possano cambiare, diventare migliori e, seppure tra tante difficoltà, rimanere puri e non farsi sporcare dalle oscenità e dal delirio della guerra.