Lo scorso sabato, presso il negozio “Ricordi e…” di Avellino, in via Tagliamento (Angolo via Pescatori 1/A), si è tenuta la presentazione dei lavori del Maestro Gatti, introdotti dalle note critiche del Professore Domenico Pisano.
Paesaggi, suggestioni oniriche, corpi e volti di donne sono i soggetti scelti da Gatti per la sua personale. Trentacinque dipinti attraverso i quali l’artista esprime la sua visione della vita, del bello e dell’arte stessa.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 10 gennaio 2013 e la si potrà visitare tutti i giorni (esclusi i festivi) dalle 9 alle 12 e dalle 16.30 alle 21.
NOTE BIOGRAFICHE CARLO GATTI:
Nato nel marzo del 1948, è solo “casualmente” avellinese, perché il padre ,Ufficiale di Carriera, si trovava in servizio alla Caserma Berardi. Nonostante la casualità Carlo Gatti non ha abbandonato la sua città natale e oggi risiede a Mercogliano. La sua biografia è davvero particolare e avvincente. La sua famiglia, originaria di Salerno, possedeva quasi tutta Fratte e gestiva la sorgente di acque minerali “Vitolo-Gatti”, esportata a quei tempi fino a Firenze. Per rispettare le tradizioni familiari sia Carlo che il fratello minore hanno intrapreso la carriera militare frequentando prima la Scuola Militare “Nunziatella” a Napoli, e poi l’Accademia Militare di Modena. Oggi il fratello vive in Emilia Romagna ed è generale dei Carabinieri in pensione, mentre Carlo, dopo una lunga carriera in tutta Italia e all’estero, è Colonnello dell’Esercito in pensione, vantando anche la nomina di Cavaliere conferitagli dal presidente della repubblica Scalfari nel 1994. Il suo lavoro da Ufficiale se, da un lato lo allontanava dalla vita d’artista pubblica, dall’altro gli consentiva di vedere e conoscere nuovi luoghi e grandi uomini di cultura, come il Maestro Borgonzoni che, nel 1971 lo “accolse” nel suo studio permettendogli di “rubargli” il mestiere. Ma una delle esperienze artistiche più importanti è legata all’incontro, nel 1975 a Roma, con l’architetto Giulio De Angelis, pittore, scultore, e incisore, che divenne suo Maestro personale d’arte e di vita. Ancora oggi, ottantenne, De Angelis lavora e produce capolavori quali le Porte in bronzo del Duomo di Palestrina. Ma la “mania” del disegno, come ama chiamarla l’artista, non poteva essere ignorata. All’età di 13 anni, infatti, Gatti inviò dei disegni alla Rivista Sportiva “Il calcio ed il ciclismo Illustrato” ricevendo il plauso di tutta la redazione. Due vite quelle vissute dal Maestro Gatti. Negli anni 80, trasferito nelle Nato, ha lavorato per dodici anni nel settore dell’Intelligence, in piena Guerra Fredda, disegnando aerei, carri armati, navi e altri strumenti bellici. Ha avuto, inoltre la possibilità di conoscere l’Europa frequentando i Musei e incontrando grandissimi artisti. Agli inizi degli anni 90,a Roma, al comando del Carcere Militare di Forte Boccea, ha “creato” una Sala di Pittura e Ceramica diretta dal Maestro De Angelis indicando una “nuova strada” al personale in custodia, tra cui anche ospiti “eccellenti”, come Priebke. Nel 1997,da Colonnello ha lasciato la vita militare per dedicarsi interamente alla sua passione di sempre. Così è iniziata ufficialmente la sua seconda vita. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma e sotto la direzione del Rettore, prof. Antonio Passa, mostrando i suoi lavori trasforma la Galleria “L’Agostiniana” di Piazza Del Popolo nella sua dimora. Qui ha partecipato a diverse collettive, inaugurando la sua prima Personale. Poi, si è fatto conoscere ed apprezzare anche in Irpinia, presentando, nel 97 la personale antologica, con dipinti dal 1971 al 1997, nella Chiesa del Carmine. La mostra venne organizzata dal compianto Carlo De Angelis, proprietario ad Avellino della Galleria “L’Arte in cornice”. I consensi di pubblico e critica lo spinsero a organizzare una seconda personale, l’anno successivo, nel Palazzo della Provincia. Da allora le partecipazioni alle mostre, sia personali che collettive, sono state continue. Solo per citarne alcune: Personale a Bologna, presso la Galleria d’arte “Gnaccarini”; Collettiva a Sanremo con la Galleria “La Telaccia” di Torino; Mostra di 4 artisti a Forlì con la Galleria “Benedetta Farneti”; 41^Biennale di Venezia; “Here Now” collettiva di 44 artisti (solo 3 artisti italiani)con la VividsArtNetwork di New York. Durante questa ultima mostra, un suo dipinto è stato scelto per la pubblicazione sul deplian ufficiale della Vividsartsnetwork, interessando anche un mercante d’arte americano con il quale ha appena avviato un rapporto di collaborazione. Le sue opere sono esposte in numerose collezioni pubbliche e private, come nell’Hotel San Donato di Bologna e presso gli uffici della Zurich Italia. Su di lui hanno scritto i maggiori critici accreditati.
Di seguito alcuni stralci delle recensioni a lui dedicate.
“Non è facile delineare l’iter pittorico di Carlo Gatti, artista sensibile, attento, concreto. La sua libertà di espressione concede spazio a una scelta tematica piuttosto intrigante, la cui resa pittorica si presenta decisamente elegante e delicata, offendo all’osservatore la possibilità di spaziare in diversi contesti, reali o simbolici, ma accessibili a chiunque… l’artista si serve della pittura e la trasforma in un canale in cui confluiscono sensazioni differenti, a volte contrapposte, capaci di scuotere l’osservatore e di indurlo a riflettere su una realtà ormai scarna di valori, quotidianamente messi in discussione da spinte materialistiche, al fine di riscoprire quelle emozioni che ci permetterebbero di guardare la vita da una prospettiva diversa, più congeniale dell’animo umano”. Floriana Villano.
“Gatti, specialmente per i quadri di figura, si è avvicinato ad una certa cerchia romana di marca espressionista, in cui sta bene il nome di Alberto Sughi. Il tratto comune di questi artisti, ed il tratto saliente in Gatti, è l’interesse per a vita quotidiana, per i momenti diversi della giornata e le cose semplici della vita viste e intese come trasfigurazione per il mistero che si svolge intorno a noi…questo mirare all’eterno senza la malinconia di chi lo vede proiettarsi dietro di sé, come un eterno consumarsi è forse il tratto più alto della pittura di Gatti e il motivo per cui i suoi dipinti oltre che piacevoli sono rilassanti e persino benefici”. Vittorio Brauer.
“Carlo Gatti, al di là dei suoi modi spontanei e freschi, non è un personaggio semplice e facile da scoprire, al di là di un tempo breve o lungo che sia. Il suo carattere forgiatosi nella severa e austera vita militare resterà tale anche quando l’abbandonerà per cercare altre esperienze che gli serviranno per appagare il suo mondo interiore e la sua prepotente voglia di esprimersi. Quasi per diletto o svago si appassionerà al colore e ai suoi giochi psicologici, anzi direi, ne diventerà sempre più dipendente dedicando tutte le sue energie e le sue esperienze per penetrarlo e conoscerlo nella sua spirituale essenza… Leggendo nell’intimo delle sue opere si scopre chi lo ha affascinato, chi lo ha amato, chi lo ha aiutato a conoscere il mondo, la fantasia, il colore, la materia, l’Arte”. Giulio De Angelis.
“Nel panorama dell’arte contemporanea la ricerca del nuovo porta a formule che spesso rivisitano sentieri già percorsi e senza arrivo alcuno. Gli autori che si rifanno invece all’impressionismo come moto dell’animo e del più puro estetismo e traggono da esso continuità, significato, linfa, brillano come luci in un mondo di tenebre. In questo fulgore ritrovato si colloca Carlo Gatti con adesione ed evidenza esplicita, esprimendosi in una felice sintesi ove trovano spazio e collocazione una cultura non comune e una esperienza senza tempo. La sua pittura è libera e affrancata da pesi e costrizioni. È armonia, spontaneità, naturalezza. È poesia visiva, ricerca poetica, ansia autentica. La tavolozza è ricca. Di blu cobalto, intensa, profonda, allorchè narra la natura femminile in tutta la impenetrabilità e il mistero. Squillante nei colori quando racconta la natura e i paesaggi. Tenera e sognate nei fiori acquerellati”. Carlo Laudadio.