Domani, venerdì 23 novembre, ore 10.00, presso l’Abbazia del Goleto in Sant’Angelo dei Lombardi (Av), L’ANIMI (Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia) presenta il libro di Simone Misiani “Manlio Rossi-Doria un riformatore del Novecento” (Rubbettino – Soveria Mannelli, 2010).
Ore 10:00 Saluti: Michele Forte, Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi; Antonio Guerriero, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi; Rosa Grano, Dirigente Scolastico Provinciale di Avellino; Diego Bouchè, Dirigente Ufficio Scolastico Regione Campania.
Ore 10.30 Introduzione: Gerardo Bianco, Presidente ANIMI
Ore 10.45 Relazioni: Francesco Barra, Ordinario di storia moderna Università di Salerno Piero Craveri, Ordinario di storia contemporanea Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa
Ore 11.45: Testimonianze Paolo Saggese, Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud Giovanni Acocella, Professore
Ore 12.15: Conclusioni Marco Rossi-Doria, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione Università Ricerca Modera Dora Garofalo, Responsabile Lions III Circ. “La Scuola e i Giovani”
Sarà presente l’Autore.
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Il convegno sarà occasione anche per discutere, nel giorno dell’anniversario del sisma, delle tesi economiche di Manlio Rossi-Doria relative allo sviluppo delle aree interne dopo il terremoto del 23 novembre 1980.
In particolare degno di rilievo è il lavoro, che il Centro di specializzazione e ricerche economiche-agrarie per il Mezzogiorno di Portici, sotto la guida di Manlio Rossi-Doria, realizzò ad un mese dal disastroso sisma dell’Irpinia dal titolo: “Situazione, problemi e prospettive dell’area più colpita dal terremoto del 23 novembre 1980”, Einaudi, 1981.
Dietro queste riflessioni, vi è certamente la figura di Rossi-Doria, che da anni, ben prima del terremoto, almeno a partire dai famosi interventi per l’Irpinia del 1968, del 1969 e del 1971, e segnatamente nell’ultimo di questi, “L’Irpinia e le zone interne nello sviluppo regionale”, aveva focalizzato la sua attenzione su quei problemi riproposti poi dall’Università di Portici sul finire del 1980.
Tuttavia, il lavoro di questa “Memoria” è in un certo senso collettivo, ossia riguardò un numero imprecisato di giovani e meno giovani ricercatori, coordinati dal Maestro: pertanto, in questo saggio non voluminoso, di poco meno di cento pagine, gli autori si firmano genericamente “gli estensori di questa Memoria”, “Il centro di Portici” e similia.
Tutto, comunque, rimanda a Rossi-Doria: i caratteri di delimitazione del territorio, e la conoscenza approfondita della realtà sociale, culturale ed economica dell’Alta Irpinia, della zona del Terminio, dell’Alto Sele e del Tanagro, della Basilicata: il grande meridionalista, infatti, sin dal 1944/1946, aveva studiato questa zona interna del meridione, quella terra dell’osso, il cui amore lo legava inscindibilmente a uomini quali Guido Dorso, Rocco Scotellaro e Carlo Levi.