Quattro reportage fotografici nell’arco di trent’anni. Il grande balzo in avanti compiuto dalla Repubblica Popolare Cinese attraverso 100 fotografie.
Il Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino presenta LUCI CINESI 1981-2011, il reportage di Enrico Rondoni che mette a confronto la Cina dei primi anni ’80 con quella odierna. Un viaggio nella storia in quattro tappe (1981, 1983, 2010 e 2011) per raccontare la profonda trasformazione avvenuta un tre decenni in quella che era l’Impero di Mezzo.
Gli scatti del 1981 (cinque anni dopo la morte di Mao) e del 1983 raccontano di un mondo ancora contadino nonostante le modernizzazioni volute da Deng XiaoPing, di una popolazione vestita tutta uguale, di città senza auto private e di un sistema industriale indietro di mezzo secolo rispetto a quello occidentale. Un lungo reportage nel “Paese delle biciclette” da Pechino a Shanghai, da Xi’an a Chengdu, da Nanchino ad Hangzhou. Un paese pieno di fascino e tradizioni, ma ancora molto lontano dalla moderna Cina che ora conosciamo.
Scrive l’autore: “Tornare nella Repubblica Popolare Cinese nel 2010, in occasione dell’Expò di Shanghai, e verificare di persona il grande cambiamento che aveva fatto questo Paese dall’ultima volta che lo avevo visitato nei primi anni ’80, è stato un shock ed uno stimolo. Uno shock perché ad ogni angolo il Paese era cambiato, progredito e trasformato in modo impressionante. Non più le divise blu tutte uguali, il Paese delle biciclette, ma una realtà che in un trentennio aveva fatto un ennesimo grande balzo in avanti che vale un secolo, e non solo nelle apparenze. Di simile a quanto avevo visto nei viaggi del 1981 e del 1983 era rimasto solo il partito unico e qualche vicolo di Shanghai, anche gli hutong di Pechino stanno infatti cambiando. Lo stimolo è stato quello di riprendere ad impressionare la pellicola con la stessa macchina fotografica degli anni ’80. Cercando di cogliere questa grande trasformazione negli stessi luoghi. Piazza Tien AnMen: non più regno delle biciclette, ma dei pullman dei turisti soprattutto cinesi. Lo skyline di Shanghai: dove non si vedono più le giunche in legno dalle vele rosse di fronte al Bund con gli storici palazzi in stile anni ’30, ora la vista spazia a 360° tra gli avveniristici grattacieli dei nuovi quartieri prima inesistenti. Mettere a confronto – senza nostalgia – gli scatti di 30 anni fa e quelli odierni ha significato rileggere, per quanto possibile, il grande balzo in avanti di un paese che oggi coinvolge il futuro di tutto il mondo. E non è casuale la scelta di terminare questo viaggio nel tempo in Tibet. I bambini di una comune contadina degli anni ’80 e quelli del 2011 in un paese tibetano sono infatti i simboli di un Paese che stava cambiando allora e che ancora deve trovare risposte per il futuro oggi, nell’anno del Drago in cui cambieranno i vertici del Partito.”
Enrico Rondoni, giornalista, vicedirettore del TG5 dove lavora dalla fondazione, testata per la quale è stato anche inviato e capo redattore esteri per nove anni. Ha realizzato numerosi reportage per la carta stampata e la televisione (dagli Stati Uniti all’India, da Sarajevo al Pakistan, dal nord Africa a Terranova) sempre accompagnato dalla stessa macchina fotografica in pellicola. Nel 2010 è stato autore dello speciale “La Zampata del Dragone” trasmesso da Canale 5. Ha pubblicato Enrico Rondoni in Cina-1981-2011 (Peliti Associati) e il Mistero dell’Oro della Bactriana in “Treasures in Gold” (White Star).
La mostra sarà inaugurata sabato 6 ottobre alle ore 18.00.
Intervengono con l’autore: Fabio Donato (fotografo, docente di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli), Donata Tchou (architetto), Luca Cipriano (Presidente Istituzione Teatro “Carlo Gesualdo”).