La tappa è sostenuta da PUGLIA SOUNDS EXPORT – PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV
Tra le future tappe del tour di Kekko Fornarelli : Pizza Express Jazz Club (London, UK) All Italian Fest, (Colonia, GERMANY), Autumn Jazz in Debrecen, (Debrecen, HUNGARY), Italian Institute of culture (Budapest, HUNGARY), Paradox Jazz Club, (Tilburg, NETHERLANDS), Prishtina Jazz, (Prishtina, KOSOVO), Penang Island Jazz Festival, (Penang, MALAYSIA), SIMA, (Sidney, Australia). E dicembre tappe nell’est e asiatiche con il nuovo tour Eur-Asia, in Ucraina per tre concerti, poi a Penang (Malaysia), Jakarta (Indonesia) e Hong Kong.
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Kekko Fornarelli (all’anagrafe Francesco – Bari, 1978) è uno dei giovani pianisti più apprezzati della scena internazionale. Precocissimo talento, si avvicina al pianoforte all’età di tre anni, studiando da autodidatta prima e al Conservatorio “Piccinni” di Bari poi. Appena diciottenne la scelta del jazz lo porta ad abbandonare gli studi tradizionali per immergersi totalmente nella musica “suonata e vissuta”, andando in giro per l’Europa e incontrando alcune fra le più importanti voci del jazz europeo: Michel Benita, Yuri Goloubev, Benjamin Henocq, Nicolas Folmer, Jerome Regard, Andy Gravish, Eric Prost, Marco Tamburini, Jean-Luc Rimey Meille fra gli altri.
I primi album
Il primo disco, Circular Thought, arriva nel 2005, e viene acclamato dalla critica specializzata come uno dei migliori lavori jazz italiani dell’anno. I viaggi non si interrompono e fra il 2005 e il 2008 Fornarelli vive in Francia, a Lione, continuando a stringere collaborazioni con diversi artisti – Manhu Roche, Flavio Boltro, Rosario Giuliani fra gli altri. Quindi il secondo album, A French Man in New York (2007), originale progetto ispirato e dedicato al pianista francese Michel Petrucciani.
Room of mirrors
E’ nel 2009, proprio quando il suo talento è ormai riconosciuto a livello internazionale, che Fornarelli decide di fermarsi per una pausa di riflessione. Tre anni di “buio” – come lui stesso definisce quel periodo – passati a pensare, studiare, rielaborare pensieri, che lo portano a capire che il jazz ha bisogno di svincolarsi dalle vecchie logiche e dalla sua chiusura in se stesso, per diventare altro, molto altro. Che la ricerca musicale può attingere alle idee nordeuropee senza per questo perdere il calore del mediterraneo e il lirismo di matrice classica. È così che nasce la sua piccola rivoluzione: Room of mirrors (2011) è l’album della svolta. Ritmi serrati di un background metropolitano fatto di componenti elettroniche e sinterizzazioni degli strumenti acustici da un lato dunque, liriche dolcissime dall’altro. Il tutto filtrato da una cifra stilistica estremamente personale. La scelta è più che indovinata, critica e pubblico accolgono il progetto immediatamente. Jazz It colloca l’album al sesto posto nella“TOP 10” dei dischi più votati dal pubblico per il JAZZIT AWARD 2011.
Dopo tre anni di silenzio, Kekko Fornarelli torna a far parlare di sé, a vendere dischi – l’album è andato in ristampa a meno di un anno dalla prima uscita e i download dai quattro angoli del mondo con USA, Giappone e Canada in testa, sono sempre più numerosi. E a girare l’Europa con i suoi concerti nella formazione KEKKO FORNARELLI TRIO, assieme a due giovani talenti della scena italiana: Dario Congedo (batteria e percussioni) e Luca Alemanno (contrabbasso).