Riceviamo e pubblichiamo – Si indaga per i reati di lesioni personali, alterazione o contraffazione di cose in danno della salute pubblica, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e truffa. È la decisione del pm del Tribunale di Roma in seguito alla denuncia presentata da Aicpe (Associazione italiana chirurghi plastici estetici) contro la società francese Poly Implant Prothesis, produttrice delle famigerate protesi Pip riempite con silicone industriale, e dell’ente certificatore tedesco T.U.V. Rheinfeld, chiamato ad effettuare i controlli. «Anche se siamo ancora nello stato delle indagini, per noi si tratta di un risultato favorevole – dichiarano Antonella Primicerj e Gaetano Palazzo, legali di Aicpe-. La decisione di indagare per il reato di lesioni personali, in particolare, significa che si riconosce un nesso di causalità tra il comportamento del produttore e il danno subito dalle donne a cui è stata impiantata una protesi Pip. Questo vuol dire che al medico non può venire imputata nessuna responsabilità: il dispositivo medico utilizzato era assolutamente conforme ai criteri riconosciuti dalla comunità scientifica, non è quindi ipotizzabile la violazione delle regole di condotta che impongono di agire secondo scienza e conoscenza. I medici sono dunque stati truffati al pari delle pazienti. In questi mesi ci sono state richieste di risarcimento ai chirurghi che hanno impiantato protesi Pip, ma la decisione a procedere con le indagini per lesioni personali contro la società produttrice e l’ente certificatore può essere letta come una conferma a quello che da sempre sosteniamo: nessuna responsabilità può essere ravvisata nei chirurghi che impiantarono le protesi Pip». Adesso il pm procederà con le indagini sulle ipotesi di reato, per verificare se i reati sono configurabili o meno.
AICPE: L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, la prima in Italia dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata con l’obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Pur essendo una novità per il nostro Paese, non lo è affatto in molte altre nazioni europee e non, dove esistono da tempo associazioni che raccolgono tutti coloro che si interessano di chirurgia estetica. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre un centinaio di chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari. Caratteristiche dell’associazione sono avere come associati solo professionisti, specialisti in chirurgia plastica, che hanno come attività principale la chirurgia a fine estetico e la rigida adesione a un codice etico e di comportamento da seguire non solo quando si indossa il camice, ma in tutti i momenti della vita. Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l’attività professionale sia per l’attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica; elaborando linee guida condivise. Tra gli obiettivi c’è anche l’istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.