AVELLINO – Si è tenuto questo pomeriggio, presso la sede Aiga in Corso Europa, 161 ad Avellino, il convegno “La violenza in famiglia – Aspetti Giuridici e Sociologici della realtà Irpina”. Il dibattito è stato solo il primo incontro in vista di un secondo appuntamento, previsto per il prossimo 26 settembre, organizzato in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino.
A dare il benvenuto il Presidente Aiga, l’Avvocato Walter Mauriello e, di seguito, i saluti del Procuratore della Repubblica di Avellino Angelo di Popolo e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino Fabio Benigni.
L’incontro, promosso e moderato dal delegato Aiga, l’Avvocato Giuseppe Di Gaeta, ha trattato, con una analisi dettagliata, i fenomeni di violenza familiare nell’ambito della provincia di Avellino.
Nel primo intervento, la dottoressa Cecilia Annecchini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino si è soffermata sui casi di violenza sui minori: “La violenza su un minore, oltre che a verificarsi in ambito familiare, e quindi essere esercitata da un genitore o da un parente prossimo, può riguardare anche abusi da parte di vicini di casa, amici o estranei. I casi che vengono riscontrati più frequentemente sono i maltrattamenti, gli abusi sessuali, lo sfruttamento pedopornografico e l’accattonaggio. Oggi, la denuncia di queste violenze è ancora molto bassa. Su circa 2000 casi solo 400 sono quelli regolarmente denunciati da parenti prossimi alla vittima, dagli insegnanti e, meno frequentemente, da parte del genitore non abusante. Il timore è che denunciando questi casi si possa fare un male maggiore al minore. Per questo motivo, oggi, i sistemi adottati per accertare un caso di violenza sono di tutela massima nei confronti della vittima dell’abuso, salvaguardandolo da ulteriori traumi psicologici. I bambini vanno sempre ascoltati e qualsiasi atteggiamento “strano”, come fare la pipì a letto, essere silenziosi o violenti può essere un segnale da non sottovalutare”.
L’analisi dell’Avvocato Biancamaria D’Agostino, Consigliere Segretario dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, ha riguardato lo stalking: “E’ da pochi anni che è stato introdotto questo reato, quasi sempre subito dalle donne. Fino agli anni ’80, essere seguite da un uomo e subirne le attenzioni morbose era considerato dalla società e dalla legge un fatto normale. Anzi, la donna doveva essere lusingata dal ricevere quel tipo di attenzioni. Se pensiamo che anche la violenza sessuale non veniva considerata reato, abbiamo fatto dei notevoli passi in avanti. Purtroppo, i casi di abuso contro le donne sono in aumento e, mentre gli omicidi ai danni di uomini sono diminuiti, quelli verso le donne sono passati, in due anni, dall’11% al 25%. Più del doppio. Al contrario, le denunce sono sempre meno. Questo perché la donna non riesce ad essere autonoma nel mondo del lavoro e ad avere solidità economica, con la conseguente sudditanza psicologica nei confronti dell’uomo, anche quando si tratta del suo aguzzino”.
La Dottoressa Rita Coppola, consulente familiare del Cif provinciale di Avellino, ha letto una serie di testimonianze delle donne che si rivolgono al Consultorio dopo aver subito una violenza, evidenziando il dramma che queste vivono anche successivamente, quando cercano di riappropriasi della propria vita usurpata: “Essere vittime non significa essere deboli, anzi, molte volte le donne abusate ricoprono ruoli sociali importanti e la paura di denunciare è per non compromettere la propria posizione lavorativa. Allo stesso tempo, chi esercita violenza non proviene da ambienti degradati ma si tratta spesso di persone perbene. Nella mia esperienza ho però constatato un tratto comune: i carnefici mostrano sempre di avere avuto problemi familiari nei primi anni di vita; la mancanza di affetto da parte dei genitori, scatena, nell’età adulta comportamenti morbosi. E quindi, la paura dell’abbandono li spinge a esercitare violenza nei confronti della persona che hanno accanto”
Il convegno ha visto poi l’intervento tecnico dell’Avvocato Giovanna Perna, membro della scuola di formazione professionale della Camera Penale Irpina, la quale, attraverso casi giuridici, si è soffermata sull’analisi della credibilità delle persone vittime di abusi e la relazione conclusiva della Dottoressa Veronica Maglio, Assistente sociale del Piano di Zona Sociale A7, sul ruolo degli operatori sociali sul territorio irpino.