La scorsa stagione è stata per Luigi Morciano la prima nel Team Italia-Fmi. I risultati positivi ottenuti in sella alla sua Aprilia 125 gli sono valsi la riconferma, e ad attenderlo è la nuova avventura della classe Moto 3. Ho avuto modo di seguire la crescita del diciassettenne laziale che vive in costiera sorrentina, perché Luigi ha mosso i primi passi nel campionato campano minimoto. In particolare ricordo una gara del 2005 sul tracciato di Ponticelli, dove Morciano vinse infliggendo distacchi abissali agli avversari. Chi aveva assistito alle sue acrobazie, capì che quel ragazzo avrebbe fatto molta strada: “Sono – spiega il ragazzi di Anzio – nove anni che faccio sacrifici per questo sport. Le corse sono la mia vita, e niente potrà fermarmi per raggiungere i miei obiettivi. Quando sono in moto mi sento a mio agio, e le gare sono il mio habitat naturale”. L’ultima prova del campionato 2011, sul difficile “catino” di Valencia, Luigi è autore di una rimonta strepitosa: “Ero – racconta con un sorriso – in ventiduesima posizione, ma al traguardo sono riuscito a chiudere in nona. E’ stato il miglior piazzamento della stagione. Le piste che mi piacciono sono il Mugello, Phillip Island e Brno sono fantastiche”. Il 2012 per la entry class del motomondiale sarà un anno di svolta; le due tempi quarti di litro cederanno il posto alle quattro tempi della Moto 3: “Ancora – dice – non ho fatto molti giri con la nuova moto. La differenza fondamentale tra le due moto è nella gestione della frenata, visto che sulla 125 il freno motore è assente. A Magione, in una fredda giornata ho guidato per la prima volta la Moto 3, e mi sembra una moto dal grandissimo potenziale, nata per vincere. Dalla prossima stagione mi aspetto ottimi risultato, e credo di avere tutte le carte in regola per rientrare tra i primi cinque del gruppo”. Come detto le corse sono la ragione di vita di Morciano: “Gareggiare – afferma – ai massimi livelli come quelli del motomondiale, richiede molti sacrifici. Ogni mattina mi aspettano due ore di bici, mentre tutti i pomeriggi sono in palestra. Purtroppo c’è poco spazio per lo studio”. Le giovani leve come lui spesso cercano di imparare i “segreti del mestiere” da chi da anni domina la scena mondiale: “Guardo – sottolinea – le corse delle altre categorie per imparare. In pratica rubo con gli occhi le tecniche adottate dagli altri. Non ho un pilota preferito, ma, ad esempio, di Rossi mi piace la convinzione ed il modo di mettere a posto la moto, di Stoner ammiro la guida aggressiva e sopra i problemi, di Lorenzo mi stupisce la guida pulita e la costanza di rendimento. Io provo ad unire le loro peculiarità”.