AVELLINO – Si è tenuto questa mattina, alle ore 10, presso la Sala Grasso della Provincia di Avellino, il convegno sul Potere in Italia organizzato dall’Aiga Avellino. Il dibattito ha preso spunto dalla presentazione del libro “Il potere in Italia” della giornalista Rai Lucia Annunziata, presente questa mattina in città. Dopo i saluti del Presidente dell’Associazione dei Giovani Avvocati, l’avvocato Walter Mauriello e del Presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, si sono succeduti gli interventi degli on.li Nunzia de Girolamo e Ciriaco de Mita, del Sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso e del Procuratore della Repubblica, Angelo di Popolo. A moderare il dibattito il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, Carlo Tecce.
L’evento, promosso nello specifico dal Consigliere Aiga, l’Avvocato Raffaele Tecce, si è rivelato un importante appuntamento per dibattere e riflettere sul momento storico italiano. Il libro della giornalista, infatti, racconta le logiche del potere in Italia, tra la fine dell’era Berlusconi e l’identità nazionale, traendo spunto dalle interviste che la Annunziata ha realizzato nel corso del programma di Rai3 “Mezz’Ora”: «Mi piaceva – dice la giornalista – l’idea di fare un libro collettivo. È una vecchia tradizione Rai che vale la pena di riprendere. Dopotutto i giornalisti della Tv sono sempre considerati di serie B e insistere sulla realizzazione del libro è stata per me una dimostrazione che anche la televisione può essere intelligente. Certo ci sono degli errori dovuti proprio al fatto che il libro è tratto da una trasmissione televisiva, e me ne rendo ben conto».
Di seguito alcune dichiarazione degli intervenuti all’evento Aiga
Il Presidente dell’Aiga Avellino, l’Avvocato Walter Mauriello: L’occasione che offre il dibattito di questa mattina, promosso dalla nostra associazione, e che trova spunto dalla presentazione del libro della nota giornalista Lucia Annunziata, è di concedersi una fase di riflessione e di analisi sul periodo storico italiano. Il titolo “Il poter in Italia” serve a riportarci sulla terra e a chiederci qual’ è il ruolo che hanno oggi la politica e il potere ad essa associato. Mentre sino ad oggi il Governo e la politica erano sinonimi di potere, attualmente vi è uno stravolgimento dei sistemi tale da provocare, da un lato, la avocazione del potere legislativo ad opera dell’Europa e, dall’altro, la totale sfiducia dei cittadini nei confronti della classe politica in generale. Il messaggio dell’Aiga Avellino in questa occasione è che si possa tornare a parlare di una nuova età rinascimentale della politica, preparandosi alle nuove esigenze politico-culturali-sociali, di natura globale, che possano rendere competitivo il futuro delle nuove generazioni.
Onorevole Ciriaco de Mita: Il libro della concittadina Annunziata, in qualche punto, mi ha lasciato perplesso. La sua è stata una descrizione di fenomeni, attraverso immagini meravigliose che ben si prestano alla trasposizione in video, ma è mancata una spiegazione di tali fenomeni. La fine della Prima Repubblica ha rappresentato la fine delle possibilità per l’Italia di uscire dalla crisi, e ha dato vita a una cultura del potere politico come dominio e non più come funzione che dovrebbe accrescere e non ridurre le responsabilità. La mia previsione per il futuro è che non saremo in grado di mantenere una democrazia conservativa.
Onorevole Nunzia de Girolamo: Da avvocato sono stata ben felice di rispondere all’invito dell’Aiga che mi ha permesso di essere qui ad ascoltare gli interventi degli altri relatori. Ho letto con molta attenzione il libro della Annunziata e il concetto che è emerso con maggior forza è quello del dominio della ricchezza nella Seconda Repubblica. Io credo che questo sia solo un effetto di cause differenti, quali il silenzio del popolo, l’ipocrisia delle classi dirigenti e l’assenza di meritocrazia. In mancanza di altri valori in cui credere ci si è affidati al valore della ricchezza. Per concludere, non voglio essere un difensore di Berlusconi in quanto convinta che l’errore e il fallimento del nostro partito sia stato proprio quello di difendere senza criticare il suo leader, ma non vorrei che l’ombra del premier sia l’alibi per nascondere molti altri problemi e difetti della Seconda Repubblica.
Procuratore della Repubblica, Angelo di Popolo: Sono qui solo per vanità personale in quanto col potere, come ben sapete, non ho niente a che fare, avendo passato la mia vita relegato in un ufficio della Cassazione a scrivere, sicuramente male, sentenze. Ho letto con piacere e attenzione questo libro e spero che ci sia presto un secondo volume più analitico, rispetto a questo.
Sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso: Nell’analisi, sicuramente, risulto di parte, visto che alla signora Annunziata sono accumunato dallo stesso credo politico. Ritengo che il libro di cui stiamo discutendo oggi abbia l’indubbio valore di aver tracciato una mappa del potere in Italia e dell’intrecciarsi di tanti poteri tra loro. A differenza dell’on. De Girolamo, io credo che si sia arrivati alla situazione attuale per il modo in cui è stata gestita la politica da Berlusconi. In merito al potere dei sindaci posso dire che, soprattutto al Sud, fare il sindaco è difficile in quanto sui Comuni incombono le decisioni governative che cadono dall’alto e che non sempre vengono capite dalle persone che si relazionano direttamente con i rappresentanti cittadini. Inoltre, il Sud vive, e oggi ancora di più, l’eterno conflitto con il Nord. Il mio invito per il futuro è che il popolo diventi decisore del proprio futuro, attraverso lo strumento elettorale, scegliendo rappresentati che non siano lontani dalle realtà territoriali che vogliono rappresentare. Infine, invito la Annunziata a darci presto il seguito di questo libro che si interrompe sul momento più importante della Seconda Repubblica, la caduta di Berlusconi, perché sono convinto che dalla fine della Seconda Repubblica si potrà tracciare una sintesi analitica di tutto l’ultimo ventennio.
Giornalista Rai, Lucia Annunziata: Innanzitutto ringrazio l’on. De Mita per aver distrutto il mio libro e sottolineo che se a me è mancato, perché non l’ho vissuto, un pezzo di storia, anche a lui, come a tanti altri politici della sua generazione, è mancata l’analisi di un altro periodo storico. Mi trovo perfettamente d’accordo sulla sua definizione di politica come funzione e ho tentato di voler spiegare il perché e il per come la politica come funzione abbia lasciato il posto alla politica come dominio. Io ho vissuto l’infanzia nell’Irpinia degli anni 50, quella ancora legata al piano Marshall, per intenderci, e sono orgogliosa dei miei natali. Poi, con la mobilità sociale, ho conosciuto tutta l’Italia e posso dire che, come società, abbiamo fatto tantissimi passi in avanti. Ma, se da un lato si è allargata la base sociale, i vertici sono rimasti sempre gli stessi. Ancora oggi, l’Italia ha una struttura piramidale e il passaggio tra i vari gradini di questa piramide è sempre gestito da fasce di controllo che detengono il potere. Oggi il potere è la ricchezza. Nella Prima Repubblica la forza economica era nelle mani della politica. Poi, alla fine, il potere economico è prevalso sulla politica e si è passati alla Seconda Repubblica. Ora, Berlusconi io lo considero un po’ sfigato perché è entrato in politica per ottenere un vantaggio economico pensando ancora di essere nella fase della Prima Repubblica, e invece si è fatto ingabbiare dalla politica rimanendo fuori da certi sistemi economici. La politica, in tutto il ventennio scorso, ha giocato una partita senza toccare mai palla. Adesso siamo nelle mani di Monti, e pur stimandolo molto, ho paura. Nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica avemmo bisogno di un Governo tecnico e oggi, dopo 17 anni, è accaduta la stessa cosa, con la differenza che adesso c’è una supercasta.