Per il pubblico del Teatro “Carlo Gesualdo” il nuovo anno inizia alla grande, con l’atteso ritorno di Massimo Ranieri, uno degli artisti in assoluto più amati ed apprezzati dagli spettatori irpini.
Sabato 7 (ore 21) e domenica 8 gennaio (18.30) andrà in scena sul palcoscenico del Comunale il recital musicale del cantante partenopeo: “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle”.
Scritto da Gualtiero Peirce e dallo stesso Ranieri, lo spettacolo, giocoso e provocatorio sin dal titolo, non sarà dedicato ai vincitori e agli eroi, ma agli ultimi e ai sognatori: gli uomini e le donne cantati dalla musica di Raffaele Viviani e di Pino Daniele o dal teatro di Eduardo De Filippo e Nino Taranto.
Tra colpi di scena e canzoni sempreverdi, il pubblico viene emotivamente coinvolto durante l’intero spettacolo: dalla graffiante canzone “I’ so’ pazz’” di Daniele o la vibrante “Terra mia”, con cui si tocca il tema delle radici, a Raffaele Viviani, il cui brano ha per protagonista un “saponaro”, antico mestiere napoletano, oggi scomparso. Ma Ranieri riesce ad andare oltre il repertorio napoletano e si cimenta anche in brani di cantautori italiani e non solo come De Andrè, interpretando magistralmente “Don Rafè” e poi Guccini ed Aznavour.
Di grande intensità è l’interpretazione del monologo di Eduardo “Questi Fantasmi”, in cui il protagonista si spoglia di tutte le sue certezze ed esprime la propria idea di coraggio. E ancora, Ranieri non smette di stupire, quando si rivolge direttamente al pubblico e lo sbalordisce con un metaforico duello di scherma, in cui si scaglia contro i falsi e i furbi.
Il pezzo sicuramente più coinvolgente, è però quello dedicato agli amanti “vinti”, ovvero quelli che non hanno il coraggio di dichiararsi: canta “Ti parlerò coi versi”, dando voce e anima, allo struggente amore di Cyrano. Nel finale, attraverso musica e parole, il nostro mattatore ci porta nel suo viaggio tra le parole che dovrebbero scomparire, parole prive di umanità come “Respingimento”, con un chiaro riferimento al respingimento degli immigrati. E per finire, nel recital di Massimo Ranieri non possono mancare le interpretazioni di due canzoni emblematiche: “Era de Maggio”, tratta da una poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo, ed il suo grande successo “Perdere l’Amore”.
Insomma, un ricchissimo cocktail di ingredienti per uno spettacolo che, come sempre, conquisterà e divertirà il pubblico presente.