Di Laura Serluca – Il teatro Carlo Gesualdo di Avellino il 5 Novembre alle ore 21:00 ed il 6 Novembre alle ore 18:30 propone al suo pubblico “ Sconcerto “. In scena Toni Servillo, una delle figure di spicco del teatro napoletano e del cinema d’autore italiano. “Quando mi chiedono che mestiere faccio, dico attore. Poi naturalmente firmo le regie, ma mi sento soprattutto un maestro concertatore o un primo violino nella sezione di archi. Rifuggo da una dimensione narcisistica ed ho coscienza che il teatro è un’assemblea , uno dei pochi luoghi di questo tipo che ancora esistono.” Nel confronto diretto con il pubblico, nell’adrenalina che scuote, nell’epidermide che reagisce, nelle espressioni di cartone da mettere in valigia, nell’attrito, nei vasi che non comunicano, nei turbamenti, nello spazio e nelle forme inattese dell’arte, Servillo è alla ricerca costante di nuovi linguaggi. Luogo d’eccellenza democratica, il teatro e le sue dinamiche non smettono di affascinare un artista che sottolinea in molte delle sue dichiarazioni il valore d’impresa ed il profondo significato del lavoro e dell’avventura teatrale. Negli anni Settanta egli si dedica allo sperimentalismo. Il suo impegno ed il suo talento sono gli strumenti attraverso i quali riesce a manifestare il suo essere poliedrico, la capacità di passare dunque dall’innovazione scenica ad Eduardo, per spingersi fino a Molière. Al cinema invece con Martone ha interpretato nel 1992 “Morte di un matematico napoletano “ mentre l’anno seguente ha recitato in “Rasoi”. Dopo numerose parentesi teatrali , Servillo è tornato sul grande schermo solo nel 2001, regalando al pubblico due grandi prove d’attore in “ L’uomo in più “ di Paolo Sorrentino e “ Luna Rossa “ di Antonio Capuano. “ Le conseguenze dell’amore “ ed “ Il divo “ entrambe diretti da Paolo Sorrentino sono capolavori cinematografici nei quali egli dimostra di essere un attore camaleontico. “ La ragazza del lago” di Andrea Malaioli , film mattatore ai David di Donatello del 2008 e “Gomorra “ di Matteo Garrone sono invece le pellicole che evidenziano maggiormente la sua classe e la sua “ personalità teatrale “. “Successo e amore sono cose del tutto irrazionali, ma se devo cercar ragioni, credo che in lui colpisca il rigore, il valore del lavoro, il rifiuto del successo facile. Il pubblico si sente rispettato perché Toni rispetta se stesso. E arriva al cinema con tutta la sua esperienza, la fisicità del teatro, il recitare attraverso il corpo. Toni buca lo schermo perché rompe le bidimensionalità, è come una presenza sculturea”. Anna Bonaiuto, sua partner storica, descrive con parole appropriate un successo che ha alle sue basi scelte di qualità ed un grande impegno civile. Non poteva dunque non essere ottimo l’esito del suo nuovo spettacolo. “Sconcerto “ è un villaggio arrugginito di pensieri contrastanti, malumori, fantasie, sensazioni. Il direttore dell’orchestra, interpretato da Toni Servillo, prova a trascinarsi nell’equilibrio. Sconfitto, non dirige alcunchè. L’organico strumentale è disorientato. La perdita di senso e direzione ed il disagio sono i tratti che contraddistinguono uno spettacolo che in qualche modo è lo specchio del nostro indecifrabile periodo storico. La voce ed il corpo di Servillo danno dunque forma e sostanza ad un gesto teatrale estremo, teso a collegare , per quanto sia ancora possibile, gli universi impersonali della poesia e della musica. Si tratta dunque di un’opera attuale, risoluta e tutt’altro che maldestra che tratteggia in maniera geniale la confusione dei giorni nostri, il dialogo interrotto con noi stessi ed una serie di sfumature taciute che riaffiorano nella velocità inespressiva con cui viviamo il presente.