Le porte del Borgo Castello di Calitri sono state aperte a diversi artisti che, nell’estate 2011, hanno potuto esporre le proprie opere in collettive di pittura e mostre personali, organizzate dalla Pro Loco di Calitri nella manifestazione ARTE AL BORGO. Tra i tanti artisti che hanno avuto modo di esporre la loro arte pittorica nella suggestiva cornice del borgo medievale di Calitri, si è fatta notare la personale di Maria La Mura, artista angrese, non nuova a questo tipo di manifestazioni, che ha riscosso un successo tale da vedere la sua mostra, inaugurata il 30 luglio scorso, prorogata fino al 1 ottobre quando ci sarà l’evento conclusivo FINE STAGE presentato dal critico d’arte Giuliana Iannotti.Alla cerimonia di inaugurazione della mostra erano presenti l’assessore alla Cultura del Comune di Calitri il dott. Giuseppe Di Guglielmo, il Presidente della Pro Loco, dott. Giovanni Rinaldi, il prof. Vincenzo Di Maio e la critica d’arte Antonella Bocola che ha tracciato il percorso storico- artistico dell’artista.Non solo sono state esposte le ultime opere dell’artista che appartengono alla collezione “Senso e Materia”, ma anche le opere precedenti che si rifanno ad altre tecniche artistiche. Un excursus artistico della La Mura che riguarda non solo i materiali e le tecniche usati, ma anche la sua crescita professionale. Maria La Mura ha partecipato al PREMIO ARTE 2011. Il suo lavoro è nella 1° selezione tra centoventi artisti scelti dalla giuria del premio. La sua opera, insieme ad altre selezionate, è pubblicata sulla rivista ARTE di settembre. Le altre selezioni si svolgeranno entro la fine di settembre. Il premio finale, consiste nell’esposizione al PALAZZO DELLA PERMANENTE di Milano, e le opere selezionate saranno inserite nel CATALOGO dell’ARTE MODERNA. Un percorso artistico convenzionale in quanto a studi, ma una continua sperimentazione e ricerca sui materiali e sulle tecniche artistiche, hanno portato Maria La Mura alla sua evoluzione di artista che è possibile ritrovare oggi nelle sue opere. “Gli studi accademici a Napoli, sotto la guida dello scultore Giuseppe Pirozzi e dei pittori Enrico Bugli e Guglielmo Longobardo, il fermento neodadaista e informale che fin dagli anni sessanta ha continuato ad animare il dibattito artistico partenopeo, è da qui che Maria La Mura parte, da questo recupero pop – informale che ha visto, nelle proposizioni di Domenico Spinosa e Renato Barisani, le proposte più significative di allora nel panorama pittorico napoletano. È su questa piattaforma sperimentale che la giovane pittrice costruisce la sua base, per dare corpo nel tempo a una propria immagine espressiva. L’artista non si limita mai a un’unica sperimentazione ma assembla e contamina sulla stessa matrice varie modalità di ricerca come l’acquaforte, l’acquatinta, la xilografia, la serigrafia ottenendo, con grande spirito sperimentale, risultati pittorici di grande richiamo cromatico, ricchi di sovrapposizioni e trasparenze.” È così che si esprime il pittore Ernesto Terlizzi parlando della formazione di Maria La Mura. Ed è sua anche la critica alla mostra personale ad Angri, “Segni e materie incise”, i cui lavori sono esposti, insieme agli ultimi, nella mostra personale di Borgo Castello di Calitri. ,“L’esposizione dei suoi precedenti lavori potrebbe essere suddivisa in tre blocchi: quello delle xilografie, delle acqueforti miste e quello delle opere polimaterico – oggettuali. Le xilografie e serigrafie sono eseguite con matrici diverse (plexiglas, legno, linoleum) su cui vengono scavati segni archetipi di memoria naturalistica. Il fondo è sempre piatto, per lo più blu o nero. L’impaginato è variamente articolato e dinamico, spesso costruito con una modulazione geometrica spezzettata in frammenti e giocata su leggere combinazioni di tinte sovrapposte. Il secondo e più corposo blocco è quello delle acqueforti. La tecnica madre dell’incisione. È possibile ammirare tutto il valore espressivo del segno inciso. Un segno netto, pulitissimo che si muove dinamicamente nel campo visivo solo grazie alla forza dell’acquaforte. Ma, vista la versatilità di La Mura, la sua curiosità sperimentale, la ricerca non poteva limitarsi solo al rigore sintetico del bianco e nero dell’acquaforte: infatti, spesso sulla stessa lastra, grazie alle magie cromatiche dell’acquatinta, Maria La Mura interviene con ulteriori materie come la cera molle e le polveri granulose. Così facendo, il segno grafico inciso, si arricchisce di nuove valenze pittoriche date da una materia incisa e densa, quasi magmatica e tattile. Nelle ultime incisioni miste, sono appunto i colori i grandi protagonisti, con le loro fusioni e trasparenze dai rossi accesi, ai verdi intensi e gialli solari. Un gioco alchemico seriale in cui La Mura rimodula continuamente delle composizioni astratte di grande esaltazione cromatica e insieme segnica.” Sono le ultime opere di Maria La Mura, quelle appartenenti alla collezione “Senso e Materia”, le protagoniste indiscusse di questa mostra. In questo caso, l’artista di Angri ha continuato la sua sperimentazione e la ricerca su altri materiali, per dare alla luce nuove opere intense, in cui prevale il monocromatismo e l’uso di un materiale, il polistirene, che non siamo abituati a “vedere”, ma di uso piuttosto quotidiano. “Il segno dell’artista, inteso come impulso istintivo lasciato sulla superficie pittorica, il gesto dell’artista, avente valenza creativa fine a se stessa, le indagini sui materiali, miranti alla scoperta di nuove materie, provenienti da usi comuni ed elevate a materiale artistico dalla scelta dell’artista, sono i capisaldi di una poetica di grande portata culturale che non ha mai smesso di attirare la creatività di molti artisti. Le recenti sperimentazioni di Maria La Mura evidenziano nel loro insieme una decisa svolta in chiave plastico-progettuale, a favore di un’essenzialità d’espressione che si realizza nella scelta del monocromo. Maria La Mura non usa né tele, né colori, ma si serve di un materiale affatto estraneo al mondo artistico: il polistirene. Il polistirene è un materiale contemporaneo, che appartiene al nostro tempo, ampiamente utilizzato nel campo dell’edilizia per le sue proprietà isolanti sia termiche che acustiche. Un materiale che isola e protegge e che nasce per essere poi nascosto, svolgendo la sua funzione nel buio e nel silenzio delle intercapedini. Maria La Mura sembra voler recuperare con le sue opere proprio questo spazio nascosto. L’effetto che ne deriva è di grande eleganza compositiva, di essenziale pulizia formale, di sensibile ritmo lineare. La Luce ha anche una valenza di spiritualità, è una Luce che l’artista definisce salvifica. Maria La Mura ha trovato in questo particolare filone di indagine il terreno più fertile a esprimere la propria creatività d’artista, con originalità e scelte tecniche attuali e suggestive.” Così il critico d’arte Antonella Bocola, presente all’inaugurazione della mostra, ha definito gli ultimi lavori dell’artista angrese. E l’artista stessa, parlando della mostra di Calitri, la definisce con queste parole: “L’esposizione si articola sostanzialmente in tre livelli, ma non voglio svelare troppo, preferisco che sia lo spettatore stesso a scoprire e a cogliere, man mano che si addentra nel mio mondo, il significato di queste opere, magari riuscendo a interpretarle secondo il suo punto di vista. É questo a mio avviso il fascino e la magia del
l’arte”. Dato l’interesse che ha suscitato e il gran numero di visitatori registrato in questi giorni, la mostra è stata prorogata fino al 1 ottobre, quando, alle ore 18.00, alla presenza del critico d’arte Giuliana Iannotti e delle autorità cittadine di Calitri, verrà tenuto l’evento FINE STAGE in cui verranno ulteriormente analizzati i lavori di Maria La Mura. Attualmente la mostra è visitabile tutti i giorni, all’interno del complesso di Borgo Castello di Calitri, dalle ore 10:00 alle ore 12:30 e dalle 17:00 alle 21:00. Per informazioni rivolgersi all’ufficio Pro Loco di Calitri.