Le notizie provenienti, i rumors degli addetti ai lavori non lasciavano presagire nulla di nuovo sulla questione campo tanto auspicata durante il corso della stagione da tutto lo staffi dirigenziale della Virtus Carano. Un semplice pour parler che diventa trattativa, un incontro che diventa affare: vola la fantasia del tifoso in questo mondo pallonaro sempre più caotico. Poche le società che danno continuità a progetti ambiziosi e lungimiranti. Di fronte ad assenze di risposte concrete riguardo la questione campo con alla base la totale incertezza per il futuro, il titolo della Virtus Carano fa gola ad almeno 3 società del casertano. In ballo una trattativa concreta col presidente Ferraro del Real Casale (seconda categoria) che ha ambizioni a riportare il gran calcio a Casal di Principe guardando con interesse al titolo del Carano. A confermare la notizia che di certo non farà felici i tifosi caranesi lo stesso direttore sportivo Paolo Filosa:” Il momento è critico, gli appelli sono caduti nel vuoto. C’è qualcosa in più del semplice pour parler. Ho avuto modo di parlare col presidente Ferraro che vuol partire col suo progetto ambizioso con una squadra impostata sui giovani organizzando una squadra di calcio importante. Abbiamo avuto un primo approccio: c’è la seria ipotesi che il titolo sportivo della Virtus Carano possa approdare a Casal di Principe. Più volte abbiamo lanciato l’appello, i termini federali stanno scadendo: noi non abbiamo un campo nella zona nostra per poterci preparare. Non è una sconfitta della Virtus Carano ma di chi non ha pensato a creare strutture per lo sport. Imprenditori come Di Tommaso e Primasso credevano nel progetto: abbiamo avuto nel pomeriggio un incontro con due amministratori locali ma c’è più di una parola data all’Alba Casale col titolo che rimarrebbe in provincia di Caserta. Il calcio è questo purtroppo. Di Tommaso è ancora pronto per allestire una supercorazzata a patto che abbia la disponibilità di un campo. Con l’eventuale cessione del titolo, in termini federali ci potrebbe essere ancora il cambio di denominazione sociale per mantenere una seconda categoria a Carano. I sentimenti vanno messi da parte, la trattativa si può concretizzare. Ci siamo presi 36 ore di tempo per decidere e magari rivedersi davanti a un tavolo e definire il tutto. Cedendo il titolo sportivo, liberiamo i giocatori. Siamo proprietari dei nostri cartellini, valuteremo tante cose. Oggi commento una sconfitta sportiva in una zona che non faceva calcio da tanto tempo. Sarebbe stata una bella opportunità confrontarsi con belle piazze come Nola, Castellammare di Stabia, Sant’Anastasia, Pompei e Santa Maria Capua Vetere. Ho visto oggi un’altra società della provincia di Caserta ma Di Tommaso oltre a cedere vuol dar qualcosa ai suoi concittadini. Noi chiediamo solo un campo di calcio. Sono amareggiato, le richieste non mi sono mancate. Al di là di come andrà la trattativa resterò in stand by per rispetto dei presidenti e della gente di Carano. Il Real Casale si è preso 36 ore di tempo per darci una risposta. Al momento è la proposta più concreta”. Le prossime 36 ore decisive per il futuro del calcio a Carano. Giusto e legittimo pretendere una struttura degna di una piazza affamata di calcio reduce da 3 promozioni consecutive ma come si può sperare in un miracolo dell’ultimo momento dopo tanta indifferenza?